Leonardo deve volare in alto: «All’estero siamo piccoli»

In attesa di conoscere il piano industriale la Fiom ha presentato le proprie osservazioni

Leonardo deve puntare in alto: e non è una metafora quella usata ieri dalla Fiom Cgil di Varese per presentare le proprie richieste e osservazioni in attesa di conoscere il piano industriale del nuovo amministratore delegato del gruppo, , che nelle scorse settimane ha iniziato a muovere numerose pedine sullo scacchiere di Leonardo nominando anche il nuovo Responsabile della Divisione Elicotteri, , al posto di .

Una volta sistemati i conti del Gruppo dunque l’obiettivo ora deve essere la crescita hanno spiegato i delegati Fiom di Leonardo: «Siamo in un’importante fase di ripresa del confronto – ha spiegato ieri della Fiom varesina – a gennaio ci sarà la presentazione del nuovo piano industriale di Leonardo, per il periodo 2018-2021 e dovremo fare i conti con un nuovo scenario», che deve essere fatto di investimenti.

«Il processo di riorganizzazione messo in atto con Moretti ha garantito la forza occupazionale – ha spiegato , segretario nazionale della Fiom e responsabile Fiom Leonardo – un processo di ristrutturazione dell’azienda che ha rimesso a posto molti lati, sul quale esprimiamo un giudizio positivo: ora, in un’ottica di continuità di questo processo, deve aprirsi la fase di investimenti, di nuova politica industriale e alleanze internazionali». Il rischio, altrimenti, è quello di rimanere in un nanismo aziendale che non permette di competere su scala mondiale: «In

Italia Leonardo è una grande azienda, ma fuori dall’Italia e nelle gare internazionali, nei confronti dei suoi competitor esteri è una piccola azienda» ha sottolineato Rappa. L’imperativo è dunque crescere «altrimenti il rischio è di essere fagocitati, emarginati, inglobati». Ma per fare questo il Governo deve fare la sua parte «serve un piano di politica industriale – ha ribadito il segretario nazionale della Fiom – un tema che abbiamo già sollevato al Governo, perché il mercato domestico deve crescere».

La preoccupazione della Fiom è l’isolamento: «Nei prossimi tre anni è necessario crescere, bisogna fare il salto: tutto questo per rimodulare dal punto di vista strategico il ruolo dell’Italia nelle strategie internazionali» e certamente per fare tutto ciò servirebbe anche una ricapitalizzazione del gruppo. «Stiamo riprendendo anche il filone della contrattazione – ha aggiunto Cartosio -per portare avanti alcuni temi importanti iniziati in una prima fase di contrattazione con l’unificazione del contratto delle diverse aziende sotto l’unico gruppo Leonardo».

Fra i temi caldi l’armonizzazione delle coperture sanitarie sotto il fondo metasalute, poi ancora il tema della formazione, le trasferte estere, e i premi di risultato.

Anche sul territorio dunque, per le ex Agusta ed Aermacchi, l’obiettivo deve essere la crescita: «In Agusta – ha spiegato Cartosio – ci sono programmi che rivestono un tema complicato, come ad esempio il convertiplano, che ha richiesto un notevole investimento ed è ancora lì, mentre va molto bene l’AW169.

Nel complesso però la divisione elicotteri mostra segnali di copertura della capacità produttiva per tutto il 2018 A Venegono in alcuni programmi sul settore civile arrivati alla fine non si acquisiscono nuovi clienti, così come sulla partita del 346».