«Sì a Pedemontana. Ma ogni chilometro mi costa 27,5 cent»

Luciano Lista, utente abituale, spiega pro e contro: «Meno traffico e tempi rapidi, l’idea è ottima. I prezzi, però, sono alti: si studino nuove riduzioni»

– «Percorro Pedemontana tutti i giorni. Dimezzo i tempi, ma è un salasso. Soprattutto per chi per uscire dalla A8 deve pagare un altro pedaggio». A raccontarci la sua esperienza quotidiana di utente dell’autostrada A36 è Luciano Lista, già assessore per sette anni a Busto Arsizio, che risiede a Cislago e lavora a Gallarate. Un tragitto ideale da percorrere con la nuova tratta A di Pedemontana inaugurata nel mese di gennaio. «Indubbiamente – ammette – ci sono stati dei vantaggi, perché il tragitto, che da un punto di vista chilometrico è più o meno lo stesso di prima, si è dimezzato a livello di tempi di percorrenza», visto che la A36 permette di bypassare i paesi della Valle Olona (Marnate, Gorla Minore e Olgiate Olona).

«È un’ottima idea quella di aver fatto gli svincoli intermedi – sottolinea Lista – Al di là del grande progetto strategico di bypassare Milano per chi deve raggiungere Bergamo e Venezia, favoriscono anche la mobilità sul territorio evitando il traffico di attraversamento, e le conseguenti emissioni inquinanti in atmosfera, lungo le strade provinciali dei paesi». Il problema però è quello di cui tutti dibattono ormai da settimane: «Il costo assurdo del pedaggio». Luciano Lista lo sperimenta sulle sue tasche: «Io non sono contrario al pagamento, per carità, è giusto che tutti debbano concorrere, se la fiscalità generale non ce la fa. Il tributo serve per il mantenimento dell’infrastruttura, ma deve essere adeguato. E se spendo due euro e 20 per fare otto chilometri di autostrada (1,40 euro da Cislago alla A8 e 0,80 al casello di Gallarate, ndr), mi ritrovo con la cifra al chilometro più alta d’Italia: 27,5 centesimi al chilometro».

Sì, perché chi dalla tratta A di Pedemontana si immette sull’Autolaghi in direzione Varese, è costretto a pagare un ulteriore pedaggio: 80 centesimi a Gallarate o addirittura 1,50 euro se supera la barriera di Cavaria (o ancora 1,10 euro se esce a Besnate sulla diramazione per Sesto Calende). «Oggi con lo sconto del 50% grazie al Conto Targa pago in tutto un euro e 50, 70 cent di Pedemontana e 80 di A8 –

racconta Luciano Lista – ma dal primo febbraio c’è il rischio di arrivare a sborsare 4,40 euro al giorno tra andata e ritorno, per appena otto chilometri di autostrada, cinque di Pedemontana e tre di Autolaghi». Certo, ragiona l’utente della A36, «se fosse confermata l’intenzione annunciata dal governatore Maroni di prolungare gli sconti del 50% per i pendolari anche dopo il primo febbraio, si inizierebbe a ragionare». Anche se «tre euro al giorno di pedaggio tra andata e ritorno significa pagare più di 60 euro al mese, che sono qualcosa come 700 euro all’anno. Con lo sconto del 50%. Non è poco, non è una forma di incentivo, soprattutto con la crisi che c’è. E a tariffa intera andremmo addirittura oltre i mille euro all’anno, una spesa imponente, per appena otto chilometri di autostrada al giorno». Ecco che per Luciano Lista «bisognerebbe studiare una riduzione ad hoc, in accordo tra le due società autostradali, per chi da Pedemontana si immette nei caselli di Gallarate».

Le motivazioni per una simile scelta sarebbero molteplici: «Il territorio lo chiede, l’inquinamento di questi giorni lo impone – sottolinea l’ex assessore bustese – si eviterebbe il traffico di attraversamento, si ridurrebbero le emissioni, si garantirebbe una qualità della vita migliore e una gestione dei tempi migliore per le persone ma anche per le merci, si aumenterebbe la sicurezza stradale con tutto quel che ne deriva in termini di costi sociali. E, da ultimo, incentivandone l’utilizzo ci saranno anche più automobilisti che pagheranno il pedaggio».