Nascosti in Svizzera i soldi per sei manovre

Certe società, soprattutto se offshore, sono come il vino buono: più invecchiano e più aumentano di prezzo. Almeno stando all’offerta di una fiduciaria con sede a Lugano il cui sito internet è un piccolo scrigno per il perfetto evasore fiscale. Che la Svizzera sia da sempre una meta prediletta per i furbetti della dichiarazione dei redditi non è un mistero. Ma che nei forzieri elvetici vi siano nascosti così tanti miliardi che da soli potrebbero soddisfare ben 6 manovre economiche del ministro Tremonti è

un dato clamoroso. A calcolarlo, sulla base di atti giudiziari e documenti ufficiali della Banca d’Italia, della Corte dei conti, di Confindustria, è la giornalista economica Nunzia Penelope, autrice del libro “Soldi rubati” nel quale sottolinea: «I soldi nascosti dagli italiani nei paradisi fiscali vanno da 500 a 700 miliardi di euro. E almeno 300 sono in Svizzera». Contanti sottratti al fisco e per colpa dei quali gli italiani onesti – per scelta o per obbligo – sono costretti ogni anno a nuovi sacrifici.
Negli scorsi anni una maxi inchiesta del nucleo di polizia tributaria di Como aveva alzato il velo sull’attivismo di decine di spalloni di valuta che, dietro compensi che andavano dall’1 al 1,5% sulla cifra trasportata, facevano transitare di nascosto ingenti somme di denaro da e per il Canton Ticino. Il tutto per conto di banche o fiduciarie, i cui responsabili sono finiti a processo. I finanzieri erano incappati in documenti che attestavano conti all’estero di società e privati con cifre a sei zeri. E i sequestri di buste anonime piene di contanti che avrebbero dovuto essere dichiarati al fisco italiano, e che invece finivano nei forzieri elvetici avvolti dal rassicurante (per l’evasore) silenzio del segreto bancario, hanno portato a intercettare fisicamente centinaia di migliaia di euro.
E si tratta di soldi che non riemergono mai, destinati a essere nascosti forse per sempre alle richieste dell’erario. Anzi, ecco cosa racconta una fonte anonima citata nel libro: «Le banche fanno tutto quello che vuoi. Tu paghi e loro eseguono. Per esempio, se hai i soldi all’estero e li vuoi usare in Italia puoi fare un collaterale. Cioè chiedi un fido a una banca nazionale e offri come garanzia il contante che hai in un’altra banca, mettiamo a Hong Kong. Risultato: non solo sfrutti i denari, ma figuri anche indebitato». Il problema, come aveva sottolineato anche il comandante provinciale della finanza di Como, colonnello Marco Pelliccia, è che gli evasori prima che delinquenti sono degli asociali. «Ogni anno in Italia abbiamo 120 miliardi di evasione fiscale, 60 di corruzione e 350 di economia sommersa – si legge nel libro “Soldi rubati” – Sessanta miliardi di corruzione e 120 di evasione fanno 180 miliardi l’anno. In 10 anni sarebbero 1800 miliardi: esattamente quanto l’intero stock del debito pubblico». Tradotto: tutti noi pagheremmo meno tasse. E avremmo denaro per infrastrutture e servizi. Ma la Svizzera è qui, appena girato l’angolo.

s.bartolini

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