Quelle passioni per i motori raccontante su Facebook

SOMMA LOMBARDO «Ci siamo divertiti insieme nelle caldi notti estive su e giù per le strade di montagna».

La frase è accompagnata da un’emoticon triste (si tratta di una faccina stilizzata con gli angoli della bocca rivolti verso il basso) e da cinque fotografie che risalgono a un anno fa e che fanno vedere una Peugeot 207 incidentata. Con i cerchioni e altri pezzi di lamiera rotti. I commenti degli amici fanno riferimento all’accaduto. «Capita anche ai migliori di picchiare» scrive una ragazza. E ancora: «L’hai presa secca?!». Oppure un laconico «Mi manca».

Alessandro Solbiati, il giovane di 23 anni che ha perso la vita ieri nel terribile incidente di Somma Lombardo, tradisce la sua passione per la guida sportiva anche nella pagina dedicata agli interessi, tra cui figura «Rally che passione», «La passione scorre su due ruote» e vari gruppi sui go-kart (tra cui uno con un cartone animato). Se è vero che un social network ritrae in modo fedele una persona, Alessandro era adrenalinico da una parte e dolce a ancora bambino dall’altra.

Aveva scelto di mettere come immagini del profilo fotografie che lo ritraevano insieme a una bambina, alla ragazza, agli amici (ne aveva più di 770 solo su Facebook). Andava in palestra ed era fiero del tatuaggio a forma di tartaruga che si era fatto fare sul braccio. Ma nello stesso tempo metteva in primo piano il lavoro.
Poche le informazioni che scrive di se stesso, ma in calce figura l’esperienza lavorativa alla Mecaer Aviation Group conclusasi nel giugno 2011. E quella a Lascor a Sesto Calende.

Insomma, Alessandro era un tipo con i piedi per terra. Impegnato a seguire tutti i miti che fanno parte della giovinezza come il brivido e le emozioni forti. Un giovane in crescita e “in evoluzione”, che da una parte amava i rettili e quindi l’esotico, dall’altra il dialetto lombardo e quindi il suo territorio. Un ragazzo che viveva la vita a 100 all’ora ma che nello stesso tempo – forse – vedeva il suo futuro come padre di famiglia, con i bambini, accanto alla donna che amava e con un lavoro in grado di mantenere tutti questi sogni. Sogni che non potranno mai più avverarsi.

s.bartolini

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