Milano, chiuse coop ‘ndrangheta: in 110 senza lavoro


Milano, 25 mar. (Apcom)
– Non basta la crisi, a Milano i
licenziamenti arrivano anche per colpa dell’ndrangheta. Così 110
lavoratori, quasi tutti immigrati, che erano assunti da due
cooperative parte di un consorzio di imprese il cui presidente è
indagato, tra l’altro, per associazione per delinquere di tipo
mafioso, si sono trovati da un giorno all’altro per strada, dopo
che l’azienda appaltatrice aveva disdetto i contratti con le due
coop dopo l’operazione antimafia dei carabinieri.

Per il quarto giorno consecutivo i lavoratori delle cooperative
operanti presso il polo logistico Centro del Rondò di via Londra
1/3 a Segrate (Milano) stazionano lungo i marciapiedi adiacenti
ai magazzini. Sul posto ci sono i sindacalisti della SdL
Intercategoriale di Milano che spiegano che “sabato scorso 110
dipendenti delle cooperative “Work progress scar” e “Work Time”,
che fanno capo al Consorzio Imprese Ytaka e che lavorano in
appalto per il gruppo Sma, si sono trovati chiusi i cancelli del
proprio posto di lavoro e senza più un impiego, senza che ci
fosse alcuna comunicazione formale”. Da allora, i lavoratori,
quasi tutti immigrati regolari di origine araba e filippina,
stazionano giorno e notte davanti ai magazzini, in attesa di
sapere cosa succederà.

“Siamo venuti a sapere informalmente – spiegano i sindacalisti –
che il gruppo Sma aveva revocato all`improvviso, venerdì 20
marzo, la commessa di lavoro alle cooperative per via, si dice,
di un’indagine sulla ‘ndrangheta nei confronti di una persona che
lavorerebbe presso una delle cooperative”.

Il presidente del “Consorzio Imprese Ytaka” di Brugherio
(Milano), attivo principalmente sul fronte del facchinaggio e
logistica nel campo dell’edilizia, era la 20enne Luana Paparo,
arrestata, insieme con il padre (e diverse altre persone), per
associazione per delinquere di tipo mafioso e altri reati, nel
corso dell’operazione “Isola” condotta il 16 marzo scorso dai
carabinieri del Gruppo di Monza e della Compagnia di Sesto San
Giovanni (Milano). Considerati dagli investigatori i referenti
della cosca calabrese dei Barbaro, i Paparo, secondo l’inchiesta
coordinata dal pm della Dda di Milano Mario Venditti, facevano
parte di un’organizzazione che si inseriva con metodi mafiosi
nelle procedure di assegnazione di appalti di importanti società
impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.

Oggi al presidio dei lavoratori, che continuerà sino a sera, i
sindacalisti tenteranno di aprire un dialogo con le aziende
coinvolte. Sul presidio “vigilano” diverse camionette delle forze
dell’ordine.

Alp

MAZ

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