Da Busto fino a tutta l’Italia. Una legge per i caregiver familiari

La battaglia della senatrice bustocca Laura Bignami sta diventando virale, ma i tempi stringono è ora di farsi sentire

La battaglia della senatrice bustocca Laura Bignami a favore dei “caregiver” familiari diventa virale: boom di fotografie con l’appello per “#unaleggesubito”. «Riconosciamo tutele per una categoria “invisibile”»

L’obiettivo del disegno di legge a prima firma Laura Bignami (gruppo misto-Movimento X), che ha incassato l’appoggio trasversale di 90 senatori (tra cui anche il ministro Anna Finocchiaro del Pd) di tutti i gruppi parlamentari, fatta eccezione per il Movimento Cinque Stelle, oltre che di Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie disabili, è innanzitutto quello di «far uscire» la figura del “caregiver familiare” dalla sua condizione di «”invisibilità”, ricevendo anche in Italia quel riconoscimento giuridico che in gran parte dei paesi europei ha già

ottenuto da tempo». Le legislazioni di molti Paesi europei, come Francia, Spagna e Gran Bretagna, ma anche Polonia, Romania, e Grecia, prevedono specifiche tutele per i caregiver familiari, tra le quali supporti di vacanza assistenziali, benefici economici e contributi previdenziali. «L’Italia – sottolinea la senatrice Bignami, un’altra donna bustocca che si fa valere dai banchi di Palazzo Madama – è l’unica Nazione occidentale a non aver ancora riconosciuto un solo diritto umano ai “caregiver”, coloro che convivono con un familiare non autosufficiente prendendosene cura in tutti gli aspetti della vita e garantendo loro un’esistenza dignitosa. Lo Stato non si può approfittare del loro amore per sfruttarli fino al punto di negar loro la salute, il riposo ed una vita relazionale». Si tratta di un’iniziativa da non confondere con l’attuale “legge 104”, ma che guarda a tutti quei figli, coniugi e genitori che assistono («a titolo gratuito» e «per almeno 54 ore settimanali», recita il testo del Ddl) un familiare con disabilità grave o gravissima, o un anziano malato, e che a volte sono costretti a licenziarsi per dedicarsi ai loro cari, giorno e notte, in assenza di servizi adeguati sul territorio. «Qui non si tratta di garantire diritti ai disabili, ma alle persone che con sacrifici enormi dedicano la loro vita ad accudirli – spiega Bignami – pensiamo alla madre di un cerebroleso che assiste il figlio per vent’anni abbandonando il lavoro e rinunciando ad ogni tipo di vita sociale e relazionale. È giusto che dopo vent’anni non possa nemmeno avere diritto a vedersi riconosciuti i contributi previdenziali?». La Legge Bignami prevede quattro tipologie di tutela per i caregiver familiari: previdenziale, sanitaria, assicurativa e lavorativa. Per venire incontro ad una categoria di persone che, come dimostrato da uno studio condotto dal premio Nobel per la medicina Elizabeth Blackburn, ha delle aspettative di vita sono ridotte fino a 17 anni in meno rispetto alla normale popolazione, a causa dello stress. La campagna “virale” è nata dalla necessità di stringere i tempi per portare in aula il Ddl Bignami, che dopo l’assegnazione in Commissione XI non è più stato oggetto di discussione: «Visto che siamo ad un anno, se va bene, dalla fine della legislatura, dobbiamo fare presto – l’appello lanciato prima di Natale da Laura Bignami – anche l’Unione Europea ci sollecita: questa Legge deve essere approvata immediatamente, sosteniamola tutti. Le coperture finanziarie? Così come si sono trovate le risorse per le pensioni di reversibilità in caso di unioni civili in quanto “cosa buona e giusta”, allo stesso modo per i diritti dei caregiver familiari non ci sono scuse né alibi: devono essere riconosciuti e bisogna farlo subito dopo decenni e decenni di attesa e di sollecitazioni da parte della società civile». I selfie e le foto di genitori e sostenitori dell’iniziativa, tutti muniti di cartello con l’hashtag “#unaleggesubito”, hanno così iniziato ad invadere i profili social della senatrice Bignami.