Una grande famiglia. Cresce il “Fiore” di Bianca

C’è un legame forte e indissolubile volevamo proprio questo weekend per ABC Day. Franca e le sue “meravigliose ragazze,” ci guidano nell’Associazione Bianca Garavaglia

«Se siamo qui da trent’anni ad aiutare i bambini, lo devo alla Madonna dell’Aiuto. Mi sono rivolta a Lei quando è mancata Bianca». Così Franca Garavaglia, madre della bimba e colonna dell’Associazione Bianca Garavaglia, presieduta da suo marito Carlo, spiega la concomitanza, voluta, tra l’ABG Day, che oggi e domani al Museo del Tessile celebrerà i trent’anni dalla fondazione dell’associazione, e i festeggiamenti per i 500 anni del Santuario della Madonna dell’Aiuto. La scelta delle date,

in un weekend intensissimo per Busto Arsizio con l’arrivo del Cardinale Scola in piazza Santa Maria, è stata tutt’altro che casuale: «Non abbiamo scelto questo weekend nonostante le concomitanze, ma abbiamo proprio voluto che fosse questo – spiega Franca Garavaglia – perché il 13 maggio è il compleanno di Bianca e il 14 è la festa della Madonna dell’Aiuto. Io sono molto devota alla Madonna dell’Aiuto, e ricordo che quando è mancata Bianca, abbiamo fatto una Messa solenne dalla Madonna dell’Aiuto. C’è un legame forte e indissolubile, sfidando un po’ i problemi che potevano sorgere». Una festa in grande stile, per lanciare un messaggio chiaro a tutti, ovvero che l’Associazione, nell’anno del boom di donazioni grazie alla campagna di Esselunga, «vuole fare sempre di più e sempre meglio». Una storia in continua crescita, quella di ABG: «Trent’anni fa, quando è mancata Bianca – racconta mamma Franca – avevo chiesto proprio alla Madonna dell’Aiuto di aiutarmi a sopportare un dolore che lei conosceva bene. Si vede che mi ha aiutato in questo senso, dicendomi che la mia missione era quella di aiutare altri bambini. Così, con un gruppo di amici, ed insieme ad alcuni medici dell’Istituto dei Tumori, tra cui la dottoressa Franca Fossati Bellani che era il primario di oncologia pediatrica, abbiamo iniziato a sostenere i progetti che loro ci consigliavano di sostenere». Sempre nel nome di Bianca: «Io ha passato sei mesi in ospedale con Bianca, allora le terapie erano abbastanza pesanti e mi sono resa conto della necessità di una ricerca specifica nell’oncologia pediatrica, perché i bambini ancora venivano curati con i protocolli degli adulti, un po’ modificati – ricorda l’anima dell’associazione, Franca Garavaglia – nata nel nome di Bianca, l’associazione lavora da 30 anni per cercare fondi per l’Istituto dei Tumori di Milano e per sostenere la ricerca sui tumori pediatrici ed anche la ricerca sia clinica che di base. Da piccola associazione, che ebbe il là grazie a tanti amici che ci sono sempre rimasti vicini, oggi siamo la seconda in Italia in ambito oncologico, dopo l’Airc, per progetti finanziati, e la prima in assoluto nell’ambito della ricerca sui tumori in età pediatrica». Il salto di qualità quando la sede si è spostata da casa Garavaglia in via Cattaneo all’attuale quartiergenerale di via Gavinana, con l’impegno diretto di quelle che Franca definisce le sue «due meravigliose ragazze», la figlia Claudia e Stefania Maino, anche lei passata dal dramma della perdita della figlia piccola. «Diciamo sempre che a casa nostra si mangia “pane e associazione” – sorride Franca Garavaglia – chi entra nell’associazione come Stefania diventa un po’ mia figlia, e io sono la mamma di tutti. Poi c’è mio marito, che è molto riservato ma lavora moltissimo a livello istituzionale». Se famiglia e associazione sono una cosa sola, l’ABG è una grande famiglia, che accoglie sempre più «anche molti volontari che non hanno provato l’esperienza in prima persona ma che ci sentono vicini». Guardando al futuro, l’obiettivo è di continuare a crescere: «Finora l’associazione è cresciuta da sé. Ma più ci conoscono, più ci donano, e più progetti possiamo sostenere – spiega Stefania Maino – riviviamo la sofferenza nelle persone che aiutiamo, ma lavoriamo con la parte migliore delle persone. E la generosità è tantissima». Claudia Garavaglia aggiunge che «la cosa più bella è quando le famiglie ci ringraziano, solo per il fatto che ci siamo. A Busto forse siamo meno conosciuti che a Milano, dove abbiamo ricevuto anche l’Ambrogino d’oro, a volte ci confondono con la scuola dell’infanzia comunale. Questa festa servirà anche per farci conoscere di più».