«Bilancio depositato e firmato da tutti. Il Varese Calcio non può fallire, ma…»

Lo storico commercialista Donnini, primo responsabile amministrativo del club, archivia la questione

Ieri, il membro del CdA biancorosso ed ex presidente di Confapi Varese Franco Colombo ha voluto dire la sua sulla situazione debitoria del Varese Calcio, provando a puntualizzare la questione relativa al bilancio 2016, quello relativo alla stagione della rinascita in Eccellenza.

Colombo – trovando spunto dalle dichiarazioni rilasciate ieri dall’avvocato Giuseppe Armocida
su queste colonne – ha scelto di affidare la personale ricostruzione alla sua pagina Facebook in merito all’attuale situazione debitoria del club.

Il post ha attirato l’attenzione e i commenti di alcuni tifosi, del vicepresidente Aldo Taddeo e, anche, di Andrea Donnini: «Non volevo intervenire – ha spiegato Donnini, che ci ha raggiunto telefonicamente per aiutarci a fare chiarezza sulla questione – ma essendo stato tirato in ballo ho ritenuto giusto dover rispondere».

Un passo indietro, dentro la storia biancorossa, di cui il dottore commercialista Andrea Donnini è sempre stato parte integrante: da tifoso e, soprattutto, da autorevole e stimato professionista.

Donnini ha vissuto le epoche di Claudio Milanese, della famiglia Sogliano, del sogno Serie B; aiutando, senza apparire, i colori biancorossi. Proprio come fece nell’estate 2015, quando fu il sindaco Attilio Fontana a indicarlo come responsabile amministrativo del rinato Varese Calcio: Donnini rispose – ancora – presente, mettendosi a disposizione del Varese. E fu proprio lui, dunque, a redigere il bilancio 2016 finito sotto i riflettori.

La questione, in soldoni, è questa: secondo la minoranza i debiti attuali sarebbero da attribuire alla gestione attuale, per la maggioranza (a cui Colombo è legato) sarebbe il contrario.

A tal proposito, Donnini precisa che «Tutti i costi relativi alla stagione calcistica chiusa il 30 giugno 2016 erano nel bilancio, depositato in Camera di Commercio di Varese». Il nocciolo della questione, però, è un altro: «Il bilancio è stato approvato da tutti – spiega Donnini – Quindi tutti erano d’accordo su quanto scritto nel bilancio».

Approvazione data dai soci dell’epoca, i fondatori Ciavarrella, Rosa e Galparoli (assente nell’occasione, ma con delega lasciata al CdA); dai membri del CdA Paolo Basile, Franco Colombo e Andrea Donnini; da Aldo Taddeo, che il 28 ottobre 2016 era in procinto di entrare in società e fu quindi ammesso in qualità di auditore.

Archiviata la querelle, Donnini risponde alla domanda che aleggia tra i tifosi del Varese: la società può fallire?

Donnini conferma quanto spiegato da Beppe Armocida: «No, non può fallire. Ma la Federazione potrebbe revocare la licenza nel caso in cui ci siano troppe situazioni insolute».

La situazione debitoria, secondo Donnini, è nata e aumentata per «Un problema economico: quest’anno non c’erano a disposizione abbastanza risorse per tutti quei giocatori e, in generale, quei costi. Si è andati avanti con alcune rimanenze dell’anno scorso, con gli abbonamenti e con gli sponsor a disposizione: risorse non sufficienti, così i nodi sono venuti al pettine».

In chiusura, il dottor Donnini traccia l’unico futuro possibile in grado di salvare il Varese: «Serve qualcuno con soldi veri, che paghi i debiti e li abbia per l’anno prossimo. Ma prima che accada vanno chiariti i quadri all’interno della società».