Eyenga vola e Varese vince Cremona battuta 86-82

Serie A Beko: una prestazione maiuscola del numero 31 biancorosso (23 punti) guida la Openjobmetis verso la vittoria per 86-82 contro la Vanoli

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Il quarto periodo riprende sulla falsa riga del terzo. Apre le danze Jefferson dalla lunetta e Rautins da tre lo segue a ruota. Cremona però è vivissima e, con cinque punti consecutivi, si tiene a contatto: 75-71 a 8 minuti dalla fine.
Inevitabilmente, il ritmo cala un po’, ma ci pensa Callahan a mettere due punti che valgono oro. Sul cambio di fronte, arriva però la tripla di Vitali: la partita è apertissima. Siamo infatti sul 77-74.

/>Eyenga, sempre dominatore sotto canestro, corregge schiacciando il tiro sbagliato da Letho: il PalaWhirlpool esplode, ma la gioia dura poco. Hayes, infatti, segna subito e riporta Cremona a soli tre punti di distanza: il risultato, a 5 minuti dalla fine, vede Varese avanti 79-76.
Caja è costretto a richiamare in panchina Kangur: il capitano infatti raggiunge i quattro falli.
Jefferson tenta di spaccare la partita: con tre punti, frutto di due viaggi in lunetta, porta Varese in vantaggio di sei punti, quando mancano solo 3 minuti alla fine. Ad arrotondare il vantaggio ci pensa il solito Eyenga, con altri due punti in penetrazione (84-76).
Mini reazione di Cremona, che approfitta di un blackout biancorosso in attacco, per riportarsi a 4 punti di distanza (84-80 a 01:28 dalla fine).
L’ultimo minuto di gioco si apre con Bell in lunetta che riporta Cremona a soli due punti di distanza (84-82). A risolvere il match però non poteva essere che Eyenga:il lungo biancorosso mette a segno i due punti che valgono l’86-84 e in difesa si supera con una stoppata che mette la parola fine alla partita.

Un’ottima Openjobmetis Varese batte 86-82 la Vanoli Cremona.

Squadre di nuovo sul parquet: i primi punti sono messi a segno da Jefferson che schiaccia di prepotenza staccando nel cuore dell’area difesa da Cremona: 39-46.
Nell’azione successiva, Hayes finisce in lunetta, dove è glaciale: il suo 2su2 vale il 39-48.
Varese in campo con il piglio deciso: Rautins infila la tripla del 42-48 e l’ottima difesa sull’azione successiva permette a Maynor di lanciarsi in contropiede. Al momento del tiro il play biancorosso viene fermato fallosamente, guadagnandosi un viaggio in lunetta: il suo 2su2 riporta Varese a -4 (44-48 a 07:55 dalla fine del terzo quarto).
Cremona respira con un gioco da tre punti di Ed Daniel (44-51), ma Eyenga prima e Jefferson poi esaltano il PalaWhirlpoo: 48-51 a 6 minuti dalla fine del quarto.
Il pubblico spinge i biancorossi verso la rimonta: Maynor, Jefferson ed Eyenga guidano la Openjobmetis verso il nuovo vantaggio: a 4 minuti dalla fine del quarto, Varese conduce 54-53.
Due minuti da sogno al PalaWhirlpool: Jefferson schiaccia, dominando nell’area avversaria, Kangur segna da tre il +6 e Maynor allunga con un’altra tripla, arricchita dal fallo subito che lo spedisce in lunetta. Cremona sembra aver smarrito la via del canestro, forse intimorita da un PalaWhirlpool decisamente su di giri. Come se non bastasse, ecco la tripla di Rautins: a 02:18 dalla fine del quarto, Varese conduce 65-53. Varese non si ferma più: Rautins ne mette un’altra da lontanissimo e il vantaggio ora è di 15 punti (68-53)

Cremona reagisce e la partita diventa bellissima: al PalaWhirlpool inizia la gara del tiro da tre e ogni tentativo va a segno. Vitali e Hayes rispondono a Rautins e Maynor e il terzo quarto termina 71-66.

Secondo quarto avaro di punti per i primi due minuti. A interrompere il digiuno è la tripla di Ferguson che vale il +2 per Cremona. Varese però pareggia subito: Stan Okoye, pescato libero sotto canestro, inchioda a due mani il 29-29.
Stan Okoye scatenato: dopo aver saltato due avversari, serve Callahan che, libero sotto canestro, sbaglia la facile schiacciata del sorpasso. Soprasso che però arriva pochi secondi dopo: è Letho a firmare i due punti che valgono il 31-29. Altri due punti di Okoye obbligano Cremona al timeout quando mancano 5 minuti all’intervallo.
Dopo qualche errore di troppo al tiro, un’improvvisa fiammata di entrambe le squadre riaccende il match: Letho e Okoye portano Varese sul +4, ma il distacco viene subito colmato da Vitali e Hayes. Mette le cose in chiaro il solito Eyenga che, schiacciando a due mani, fissa il punteggio su 35-34 a tre minuti dall’intervallo.
Coach Caja chiama timeout, ma al rientro in campo, arriva la tripla di Campani: 35-36. Sul cambio di fronte, ci pensa Okoye: la sua penetrazione è vincente e, a due minuti dalla pausa lunga, Varese è avanti 37-36.
Un paio di errori tecnici e una chiamata dubbia degli arbitri lasciano ferma la Openjobmetis a 37 punti. Cremona ne approfitta mettendo a segno 5 punti consecutivi che valgono il 37-41. Per la Openjobmetis ci prova Maynor, ma la palla non vuole saperne di entrare. Discorso opposto per Cremona: Hayes dalla media distanza è un cecchino e i suoi punti valgono il definitivo 37-46 a fine secondo quarto.

Pubblico subito carico a mille per questa sfida: alla solita standing ovation per i giocatori della Openjobmetis seguono i fragorosi fischi per Ed Daniel, oggi tra le fila della Vanoli Cremona, dopo un inizio di stagione tutt’altro che positivo in maglia biancorossa.

Già nei primi secondi di partita, squadre subito arrembanti: Eyenga va a segno con un tiro dalla media distanza. Sul cambio di fronte risponde Hayes con la tripla del 2-3. Nei primi minuti Cremona è precisa dalla distanza (oltre Hayes, due triple di Bell), ma Varese è viva grazie alla coppia Jefferson-Eyenga (8-9 dopo 3 minuti).
A metà quarto, la Vanoli è avanti 14-19. La maggior precisione al tiro dei vari Clark, Hayes e Bell tiene Varese a distanza. Sul fronte biancorosso, benissimo Eyenga (9 punti ), vero leader di questa prima parte di partita.

A due minuti alla fine del quarto, Varese si riporta a meno 1. Daniel, fischiatissimo dal pubblico, si rifà con una stoppata mostruosa ai danni di Jefferson, il quale resta comunque tra i migliori in campo di Varese, con 5 punti.
A un minuto e mezzo dalla fine, la tripla di Kangur vale il sorpasso biancorosso, 21-19, ma sul cambio di fronte Daniel impatta il risultato. Ferguson riporta avanti Cremona, ma solo per un attimo. Alla sua tripla risponde quella di Callahan: 24-24.
Daniel dalla lunetta ha la palla del sorpasso, ma si conferma poco preciso ai liberi, realizzando 0 su 2. Pochi secondi dopo, Callahan fa impazzire il PalaWhirlpool con la tripla del 27-24.

Negli ultimi secondi, accorcia Vitali dalla lunetta, ma il primo quarto termina con la Openjobmetis davanti 27-26.

: Maynor, Rautins, Kangur, Eyenga, Jefferson
: Vitali, Hayes, Clark, Bell, Campani

La mano davanti alla bocca, il viso pallido, gli occhi fissi a cercare qualcosa di buono su un campo che, di buono, non stava restituendo proprio nulla. La trasposizione dell’impotenza disegnata sul volto: era questo il Gianmarco Pozzecco di Cremona, quattro mesi or sono. La foto che lo ritrae seduto sui seggiolini della prima fila al Pala Radi – squalificato e preoccupato – ha fatto, a suo modo e nel nostro piccolo mondo antico, epoca: quelle fattezze erano l’immagine della squadra, niente di più e niente di meno.
Ciò che è accaduto dopo è noto: tutto è stato pagato con gli interessi di una rivoluzione. Oggi (ore 18.15 al Palawhirlpool) c’è il ritorno di una partita che ha segnato uno dei punti più bassi della stagione (peggiorato solo dai tonfi casalinghi contro Pesaro e Venezia). Dopo la scampagnata nella Bassa, arrivarono l’illusione di Brindisi e il blitz di Caserta, quindi il lento ma inesorabile declino.

Pare passato un secolo, vero? Sembra di analizzare qualcosa che appartiene a un altro contesto storico e forse è proprio così, perché sono in tanti a non esserci più oltre al Poz.
Se ne sono andati due playmaker, uno perché fatto passare ai posteri come inadatto a guidare la truppa sul parquet, l’altro perché oggettivamente svogliato e quasi indisponente per l’assenza di volontà nel lasciare anche fosse una minima impronta nella sua epopea varesina. Ha fatto le valige pure il centro, uno di quei giocatori che andrebbero mandati – come si diceva una volta – a “fare il militare”, con la speranza che possa imparare, un giorno, a coniugare testa e potenziale fisico.
Forse è un bene che sia accaduto tutto ciò: chi è rimasto e soprattutto chi è arrivato – coach in primis – sta lottando da settimane per imparare a scrivere un racconto diverso. La prima pagina è stata la vittoria contro Roma, incipit di un romanzo che oggi andrà necessariamente portato avanti.
In palio c’è una salvezza da avvicinare alla matematica (va bene tutto, ma quando guardi la classifica sempre penultimo posto vedi), poi l’onore contro “cugini di campagna” che stanno facendo molto meglio di più nobili avversari, poi ancora la possibilità di dare forma plastica a un cammino di redenzione.

Senti Caja e lo percepisci chiaramente: la salvezza è il traguardo scontato, a lui interessa come si affrontano le tappe e ciò che – oltre al risultato sportivo – si potrà toccare con mano fra due mesi, ovvero quanto questa squadra sarà stata capace di lasciare prima di salutare tutti.
Senti Pancotto, invece, e capisci che ci sarà da sudare: «Per noi sarà un match senza ritorno – ha detto nella presentazione – ogni possesso varrà oro». Figurarsi per i padroni di casa. C’è da fidarsi del coach marchigiano, uno che trapassa l’anima dei suoi giocatori, nel bene e nel male. Giorni fa abbiamo provocato Caja: «Le somiglia?». La risposta ha spiazzato: «Attraverso strade che più diverse non possono essere, cerchiamo di arrivare allo stesso risultato, la crescita con il lavoro in palestra».
Mancherà il nostro Kuba, mancherà la massa enorme di Marco Cusin, capace di ballare se innescato da Vitali. Al suo posto riabbracceremo il militare: a Jefferson il compito di fargli passare l’eventuale voglia di rivincita. Agli altri, nessuno escluso, l’onere di far capire a chi popolerà di fede Masnago che sì, davvero, tutto è cambiato da quella uggiosa, nebbiosa, triste e inutile domenica di fine novembre.