Degrado tra i binari. Il “rebus” delle stazioni

Da Varese a Busto Arsizio, passando per Gallarate: tra incuria, insicurezza e speranzeLuci puntate su aree problematiche, con le amministrazioni comunali decise a risolvere le situazioni

Il rebus delle stazioni ferroviarie: oggi comparti di città condannati al degrado, domani riusciranno a rinascere? A Busto Arsizio segnali di speranza: «Un parcheggio per i pendolari negli ex scali merci Fs e un nuovo disegno urbanistico per l’area delle Nord» annuncia l’assessore all’urbanistica Isabella Tovaglieri.

Se Varese, dove proprio in questi giorni fa discutere la “tendopoli” abusiva sorta sul binario morto della ferrovia, uno scacco al degrado sembra vicino – grazie ai 10 milioni di investimenti annunciati da Rfi sulla stazione e ai 18 milioni stanziati dal governo con il bando per le periferie – a Gallarate e Busto Arsizio i progetti latitano.

Nella città dei Due Galli la stazione Fs è stata già da tempo ristrutturata, ma resta da delineare il futuro delle ex officine di via Pacinotti, già terra di conquista degli abusivi. A Busto Arsizio le stazioni sono due, e in entrambi i casi all’esterno non rappresentano un gran bel biglietto da visita per chi scende dal treno. La stazione Fs, la cosiddetta “centrale”, è al centro delle due maxi-aree abbandonate degli ex scali merci, quello dell’Hupac dietro al cancello di piazza Volontari della Libertà, e quello che si affaccia su viale Venezia. I problemi di degrado e di sicurezza, anche per la presenza di occupanti abusivi, sono noti da tempo, soprattutto nel capannone dell’ex scalo Hupac già colpito da una serie di piccoli incendi nelle scorse settimane. Ma dietro a erbacce, rifiuti e degrado si cela una qualche timida speranza che finalmente qualcosa possa muoversi.

Lo rivela l’assessore all’urbanistica Isabella Tovaglieri, che si è posta l’obiettivo di sbloccare un comparto della città fermo da troppo tempo: «Finalmente siamo riusciti ad avere un contatto e un incontro con la responsabile di Fs Sistemi Urbani, la società che gestisce dal punto di vista urbanistico gli ex scali merci – spiega l’assessore leghista – purtroppo le due zone adiacenti allo scalo ferroviario fanno capo a due differenti società immobiliari, quindi non viene concepito come un intervento unitario, e da un punto di vista urbanistico la destinazione residenziale prevista dal documento di piano del Pgt viene ritenuta penalizzante. Ma ci hanno dato disponibilità ad effettuare interventi nell’immediato, in particolare il parcheggio dei pendolari». Il Pgt prevede una concentrazione di volumetria residenziale sull’area di viale Venezia, mentre l’ex scalo Hupac verrebbe ceduto al Comune per una sua dotazione a servizi pubblici.

«Nell’immediatezza però per noi sarebbe molto più appetibile l’area di via Venezia, sia per le dimensioni più contenute e più gestibili per il Comune, sia perché è già asfaltata e servita – spiega l’assessore Tovaglieri – dietro alla richiesta di Fs di corrispondere un canone di locazione, abbiamo fatto proposte alternative per la messa in sicurezza dell’area, ipotizzando di scomputare il canone, dato che la nostra idea è di mettere a disposizione dei pendolari un’area di sosta a costi contenuti. Per ora l’importante è avere trovato un interlocutore, ora aspettiamo riscontri».

Biglietto da visita

Alla stazione delle Nord, dall’epoca dell’interramento tutto il comparto è fermo, così oggi erbacce e rifiuti invadono le aree di via Monti e via Bezzecca: «In attesa della variante al Pgt, in cui dettaglieremo la scheda urbanistica dell’area delle Nord definendo le infrastrutture pubbliche e le destinazioni delle aree private presenti nel sedime – fa sapere Isabella Tovaglieri – cercheremo di dare un minimo d’ordine, perché Busto non può presentarsi con un biglietto da visita ridotto in queste condizioni».