«In Italia leggi demenziali. E noi viviamo in pericolo»

Il sindaco Antonelli tuona: «Perché i soggetti pericolosi sono liberi?»

Il sindaco non ci sta a tollerare il gravissimo episodio di giovedì pomeriggio in via Quintino Sella, con l’aggressione immotivata in strada da parte di un giovane rumeno ai danni delle due sorelle e , che ha ridotto quest’ultima in fin di vita.

«Ma che leggi abbiamo in Italia? Leggi demenziali – tuona il primo cittadino bustocco, che ieri ha chiamato la sorella della donna, ancora ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Legnano – mi chiedo come sia possibile che ci sia una legge che fa sì che un individuo considerato pericoloso nella città di Como possa tranquillamente spostarsi a Busto Arsizio per compiere atti di violenza sconsiderata come quello successo in via Quintino Sella».

La pericolosità sociale di un individuo dovrebbe valere allo stesso modo ovunque, per Antonelli: «A me non interessa che sia rumeno o italiano, se è pericoloso, o va rimandato al suo Paese oppure va messo in galera. Non è giusto che le forze dell’ordine debbano inseguirlo da un posto all’altro. Se le leggi sono fatte così, allora vuol dire che non esiste una sola Italia, ma tante Italie. E allora a quel punto se mi danno il permesso, come sindaco di Busto Arsizio, mi faccio le mie leggi speciali, quelle che ritengo più opportune per i miei cittadini».

Una provocazione, di quelle a cui il sindaco di Busto ci ha abituato, per segnalare la sempre più marcata impotenza di sindaci e autorità di sicurezza nell’affrontare questi problemi. «Certi soggetti – qui Emanuele Antonelli interpreta il sentimento comune – non devono poter circolare liberamente a delinquere, se le leggi non prevedono questo semplice concetto, sono sbagliate e vanno cambiate».

Sul tema, che ha già scatenato un’ondata di reazioni, interviene anche il leader de “La Voce della Città” , con una proposta drastica contro «il dilagare dell’insicurezza» in città, che non è fatto solo di episodi clamorosi come l’aggressione di San Michele ma anche dei più “classici” furti nelle abitazioni.

«La sicurezza dei cittadini di Busto è innanzitutto un compito dell’amministrazione comunale – sottolinea Porfidio – non è possibile che la città sia così allo sbando, come dimostrano tutti questi episodi. È ora che la polizia locale rinforzi al più presto il suo organico con nuovi agenti e organizzi una serie di attività mirate per il controllo capillare del territorio». Di qui la proposta di Porfidio: «Io ad esempio proporrei posti di blocco nelle zone sensibili da organizzare in sinergia con le altre forze dell’ordine, a turno, in modo tale da far perdere ai delinquenti il vizio di venire a Busto».