«Pedemontana è un flop? Io avevo previsto tutto…»

La presidentessa del Cipta, Carla Castellanza, esprime le sue perplessità sull’opera

– Che Pedemontana non sarebbe decollata come era stato sbandierato lei lo aveva previsto fin dall’inizio. E non perché volesse fare l’uccello del malaugurio ma perché sostiene che il progetto sia già nato zoppo di per sé. Tanto sbandierato ma nel complesso poco pianificato.

Il parere di Carla Castellanza, presidentessa del Cipta, sull’arteria che dovrebbe congiungere le province di Bergamo, Varese, Como e Lecco, è di quelli che affondano su radici solide. E per due ragioni. La prima è che da anni si occupa della tutela e valorizzazione dell’ambiente della zona al timone del suo comitato. La seconda è che, su 22 mila espropriati, è stata la sola a inoltrare ricorso sul progetto preliminare dopo essersi studiata certosinamente un gran numero di carte.

E, visto che per realizzare l’autostrada le hanno richiesto 28 mila metri quadrati del suo terreno, il suo coinvolgimento particolare nel discorso si può capire al volo. «Per portare avanti le mie perplessità – dice aprendosi il campo con una riflessione di metodo – mi sono studiata malloppi di materiale sulla base dei quali ho potuto giungere a muovere dei rilievi precisi; ne ho concluso che Pedemontana, così come è stata pensata, è un vero buco nell’acqua». Messo mano alle carte e alla loro paziente analisi, Castellanza ha promosso una valutazione dei flussi di traffico: «E sulla base dei dati emersi – prosegue – la creazione di un’autostrada come Pedemontana non era affatto giustificata, però l’hanno fatta lo stesso». Ma è anche sull’aspetto economico con cui è stato portato avanti il progetto che la presidentessa del Cipta avanza forti riserve: «Si parlava di collaborazione tra pubblico e privato – dice ancora – ma a concorrere è stato soltanto il pubblico, i privati non ci sono praticamente mai stati».

A meno di non intendere per privati gli espropriati dei loro terreni per la creazione dell’arteria. Insomma, economicamente il progetto avrebbe dovuto camminare su due gambe ma se ne è ritrovata una sola. E per questo ha perso l’equilibrio. O forse, fa intendere Castellanza, non lo ha mai davvero avuto. «Si è tanto sbandierata quest’arteria affermando che avrebbe risolto tutti i problemi – rinforza il concetto Castellanza – e ci hanno creduto tutti, non era vero nulla e lo si sapeva, è stata un’operazione politica».

Persino nel nome, afferma, la scelta non è stata particolarmente felice: «Si è scelto il nome Pedemontana ma qui i monti non ci sono». La sua disamina particolare lascia lo spazio a una valutazione più generale: «La politica dovrebbe capire – spiega – che non si possono fare troppe cose e per di più molto costose, meglio farne una soltanto ma bene, c’era proprio bisogno di fare Pedemontana e Bre.Be Mi insieme?».