La perla nascosta di Cislago

Preziosità - Oggi alle 15.30 e alle 17 organizzate visite guidate alla chiesetta di Santa Maria della Neve. Un piccolo capolavoro di arte e tradizione restaurato grazie alla generosità degli abitanti del paese

L’Italia, com’è noto, abbonda di beni monumentali, architettonici e opere d’arte i cui caratteri artistici ed estetici non solo costituiscono testimonianza storica ma sono altresì veicolo attraverso il quale le generazioni si tramandano un vero e proprio patrimonio culturale di creatività, ricerca, applicazione.

La nostra realtà provinciale è bella ed affascinante perché è ricca di storia, di bellezze paesaggistiche e monumentali, ed anche il più piccolo bene, come il caso della chiesa di Santa Maria della Neve di Cislago, fa parte di questo mosaico, ove ogni tassello ha una sua specifica importanza. La chiesa sorge a breve distanza dal centro di Cislago, in località S. Maria Iniziata, stretta all’interno di una corte rurale e circondata da terreni agricoli,

verso i quali sfociava il torrente Bolzente minore o Bozzentino. Una chiesa dedicata a Sancta Maria è citata già nel 1256 nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, ma è solo alla fine del XV secolo che risalgono le prime fonti documentarie certe attestanti l’esistenza di un edificio religioso strettamente legato alla scuola di Santa Maria del territorio e luogo di Cislago. La dedicazione a Santa Maria della Neve prende spunto da un evento miracoloso avvenuto nella Capitale il 5 agosto del 352, quando proprio nel pieno svolgersi dell’estate cadde miracolosamente la neve nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

L’edificio principale è a unica aula a pianta rettangolare con cinque piccole nicchie semicircolari ricavate nel muro e affrescate. Il presbiterio, anch’esso a pianta rettangolare, è della fine del ‘500 e ha un soffitto a volta ampiamente decorato. La cappella più recente, risalente al 1731, è quella di S. Antonio da Padova, protettore delle donne sterili, di quelle gravide e dei bambini ammalati. A questa statua, per tradizione, si rivolgevano in passato le ragazze in cerca di marito. Ai lati di S. Antonio, sono rappresentate due virtù: la Carità e la Castità. Tra il XV e il XVI secolo, sotto la spinta di una rinnovata spiritualità legata alla devozione mariana ed all’attività educativa svolta dalla confraternita, l’edificio fu interessato da un intervento di ampliamento di tutta l’aula. Della forma originaria della Chiesa è rimasto molto poco ma gli esperti raccontano che in precedenza aveva tre altari, uno principale e due a lato, come si evince dal modellino della Chiesa nelle mani di S. Domenico, in un altro affresco situato nella cappella dei Santi. In epoche successive gli altari arrivarono ad essere sette, come il numero delle nicchie che ci sono tuttora ma, nel 1597, furono abbattuti.

Oltre ai consueti santi ausiliatori della peste, sulle pareti vengono ripetuti dipinti di tema Mariano. All’immagine centrale, sull’altare maggiore, della Madonna nell’attesa del parto, opera di un anonimo lombardo del tardo XV secolo, fanno corona gradatamente sulle pareti altre immagini di Maria: in totale una quindicina. Tanta concentrazione di immagini mariane è sufficiente a spiegare la devozione mariana scoppiata proprio nei secoli XV-XVII e guidata dalla Chiesa in continuità col culto popolare dei secoli precedenti. Così come dopo l’anno Mille, una volta passato il terrore della fine del mondo, ci fu un rifiorire di chiese in tutta Europa, dal Quattrocento al Seicento ci fu una rinascita del culto mariano, nella pietà come nell’arte. Santa Maria della Neve, insieme a tante altre, ne è una testimonianza, in particolare perché mette in risalto soprattutto “i misteri gaudiosi” di Maria, mentre altre chiese considerano maggiormente “i misteri dolorosi”. Molti di questi dipinti sono attribuiti a Giangiacomo Lampugnani. Il recente restauro ne ha permesso di poter leggere meglio queste opere, comprese quelle che nel corso dell’800 erano state coperti. Il bellissimo altare ligneo barocco presenta la rara immagine della Madonna del Parto che ha accompagnato la sua fama nei secoli. Le visite guidate alla Chiesa sono organizzate dalla ProLoco di Cislago, promotrice del prestigioso intervento di restauro. Si ringrazia il presidente, Marco Mascoli, per averci gentilmente fornito le immagini fotografiche. Come arrivare: Da Varese, percorrendo la SS varesina, si arriva a Cislago. Entrati nel centro si fiancheggia il bellissimo Castello Castelbarco e si prosegue verso la frazione Massina.