«Altri profughi? Smetto di mangiare». Aimetti con Corbo. Monti: «Una farsa»

Si scatenano le reazioni dopo lo sciopero della fame annunciato dal sindaco di Besnate

– I richiedenti asilo in arrivo a Besnate raddoppiano rispetto agli accordi e il sindaco lancia lo sciopero della fame. spiazza tutti: lunedì sera, nel corso dell’assemblea pubblica annuncia l’intenzione di attuare lo «sciopero della fame fino a quando non sarà ripristinato un numero di richiedenti asilo come previsto dall’accordo Anci-Prefettura».

I “famosi” tre migranti ogni mille abitanti avevano fatto sì che Corbo, esponente del Pd, accettasse di buon grado la collocazione di 15 richiedenti asilo in una struttura privata di via Monterosa gestita dalla cooperativa Versoprobo. Peccato che, di fatto, i 15 migranti siano già diventati 32. E Corbo ha detto no: «Le regole devono essere chiare». Al suo fianco, nell’assemblea pubblica, oltre agli assessori Clementina Giudici e Rosalba Folino, c’era un altro sindaco Pd della provincia di Varese, quel di Comerio che è un paladino dell’accoglienza diffusa e che non ha difficoltà a ribadire, alla luce del gesto di Corbo, che «così non funziona» e che «tutti i Comuni della provincia devono fare la loro parte e non solo in poco più di 50 su 139».

Aimetti, promotore della rete civica dei sindaci per l’accoglienza, ha sempre sostenuto la tesi secondo cui “disperdendo” il più possibile i richiedenti asilo in piccoli gruppi sul territorio l’accoglienza non avrebbe comportato problemi. Parla di «atto di grande coraggio istituzionale e umano del quale diamo merito al sindaco» il consigliere comunale di opposizione (Indipendenti per Besnate), pur stigmatizzando la vicenda come «operazione-capolavoro tutta interna al Pd sfuggita di mano sul finale».

Sulla vicenda si scatenano i commenti degli esponenti provinciali della Lega Nord. «Sembra una farsa – sottolinea il consigliere regionale – ma di fronte a 150 cittadini, di cui il 90% contrari all’arrivo degli immigrati, non ha senso proclamare lo sciopero della fame e poi fare la morale sull’accoglienza sfrenata dall’altra. Se avesse avuto a cuore davvero la questione avrebbe detto un secco “no” anche per i 15 richiedenti asilo, che potranno diventare 100». Il capogruppo leghista in consiglio provinciale ricorda che «il Prefetto mette in atto direttive di quel Governo che Corbo ha sempre appoggiato fino a quando i migranti erano nei paesi confinanti. Il problema è ben più grave e i sindaci non possono fare nulla».