Il no dei primi cittadini riuniti al regno di spaccio e prostituzione

Parco del Rugareto: i sindaci dicono basta. L’impegno di Monti: «Seguiremo tre strade»

Parco del Rugareto terra di spaccio e prostituzione, i sindaci dicono basta. Il consigliere regionale assicura l’impegno della Regione per invertire la tendenza: «Ora tocca allo Stato rispondere. Lancio un appello al Prefetto affinché intervenga per coordinare una risposta».

Dopo il caso di Dafne che ha fatto balzare ai disonori delle cronache il “supermarket della droga” nei boschi di Marnate, i Comuni del Parco del Rugareto si incontrano con il consigliere regionale della Lega Nord Emanuele Monti per individuare soluzioni concrete e immediate. «Zona di spaccio e di prostituzione» sottolinea il padrone di casa, il sindaco Gianluigi Cartabia. Uno dei problemi sono le ristrettezze di organico delle forze dell’ordine. «Ma non è con qualche unità

in più che si risolvono i problemi, servono retate e azioni congiunte per controllare – invoca il sindaco di Marnate – già più di un anno fa siamo stati dal Prefetto, papale papale ci disse che uomini in più non ne arriveranno. Si dovrebbe intervenire in maniera massiccia». «Ci aspetteremmo un nodo sul fazzoletto come Striscia la Notizia per un impegno concreto – afferma il sindaco di Rescaldina – Al tavolo ci sono i sindaci di Cislago, Marnate, Gerenzano, Rescaldina, Gorla Minore, ma anche le associazioni del territorio che hanno dato la disponibilità a mettere in atto iniziative per sorvegliare i boschi a supporto delle forze dell’ordine. «I Carabinieri sono quattro gatti e non possono fare miracoli contro spaccio e prostituzione – sottolinea Cartabia – abbiamo messo sul piatto la volontà di avere un gruppo volontari, tra protezione civile e cacciatori che, coordinato con le forze dell’ordine, possa attuare azioni mirate».

I sindaci si aspettano impegni concreti da Emanuele Monti: «Porto il mio impegno su questo territorio, ahimè si entra di forza quando certi fatti arrivano a smuovere l’opinione pubblica – le parole dell’esponente leghista – ci vuole un coordinamento con lo Stato e le autorità di pubblica sicurezza, ecco perché faccio appello al prefetto Zanzi, nell’andare a lavorare in sinergia per andare a risolvere il problema della sicurezza nei parchi. Le questioni, di una gravità assoluta, sono note». Le azioni concrete messe sul tavolo da Monti sono tre: dalla «riforma delle aree protette, con cui si entra nella logica di parco di valenza regionale al quale vengono direzionate risorse, e risorse addizionali da trovare nel capitolo sicurezza. L’iter è già partito, durerà ancora un anno e mezzo, ma andrà nella direzione di avere più risorse per il territorio». Secondo punto: «Da Regione Lombardia una proposta concreta di avere risorse innanzitutto sulla sicurezza. Misure che chiederò al Consiglio regionale, su cui lavoreremo insieme. Il prossimo passo, un incontro con il prefetto». Terzo punto, prosegue Monti: «Creare una sinergia che non si ferma, una volta spenti i riflettori. Faccio appello a tutte le forze politiche, per chiedere al di là dei colori, una battaglia corale per progetti concreti per mettere in sicurezza in tempi certi, contro spaccio e prostituzione».

Il tavolo è partito, la prossima volta si organizzerà un sopralluogo a sorpresa nei boschi del Rugareto.