A Villa Baragiola parco… selvaggio

Oggi il Segnalaci Varese si sposta a Masnago. Nello specifico all’interno del parco di Villa Baragiola.
Tra il 2007 e il 2009 c’erano persone che bivaccavano nel parco di notte, ma sono state allontanate. Due anni fa sono intervenute le Gev per rimuovere degli inerti che erano stati lasciati nelle stalle, ma preoccupa un tetto che, a vederlo, sembra di eternit. Già lo scorso ottobre, le mamme che frequentano il parco avevano denunciato i numerosi pericoli riscontrati per i propri bimbi.

In cima alla classifica dei luoghi off limits nel parco, le vecchie stalle, con i tetti pericolanti, nelle quali si può entrare indisturbati, rischiando di essere colpiti dai calcinacci. Recentemente Palazzo Estense ci ha messo mano e sta provvedendo alla loro messa in sicurezza. Le vecchie serre, invece, saranno oggetto di un bando e date in gestione a qualcuno, anche un privato, che le voglia usare, ripristinandole.
Ma il degrado rimane in prossimità del parcheggio che conduce in via Borghi, abbandonato a se stesso, per quanto concerne i vecchi arredi del parco (tavolini e panchine) in pietra ormai danneggiati e pericolanti. Il tutto avvolto da erbacce e sterpaglie selvagge. «È un enorme dispiacere e una grave mancanza di rispetto nei confronti di un pezzo di storia della nostra città – spiega Manuele Mariani, paladino del decoro urbano -, lasciare un edificio è un parco così importanti per Varese abbandonati a se stessi».
In effetti, l’edificio di Masnago è un bene di grande valore storico e architettonico, l’edificio di Masnago. La villa dei Conti Baragiola è data a circa metà Ottocento. Adrea Baragiola de Bustelli ne ereditò buona parte e la passò con lascito testamentario al figlio Pietro che all’età di 25 anni si trovò ricchissimo e decise di trasferirsi a Masnago (allora Comune autonomo) con la moglie. Quì ampliò la sua proprietà e costruì il complesso attuale, delimitò il parco, costruì all’interno un laghetto attualmente non più esistente. Morto a 39 anni la villa passò alla moglie e poi, alla sua morte, fu ceduta alla famiglia Tedeschi, ricco banchiere, agli inizi degli anni Trenta. Nel 1941 l’intero complesso fu ceduto alla curia arcivescovile e trasformato in seminario minore.

Un edificio ricco di storia, dunque, nella cui villa oggi vi è la sede degli uffici dell’Urbanistica, del Museo tattile e di alcune sale espositive. Insomma nessun progetto serio e organico. Uno spazio che andrebbe riqualificato e restituito ai varesini, insieme alla vecchia cappella dei conti Baraggiola, in stile neo-gotico, che ora si trova all’interno degli edifici dell’azienda edile che confina con il parco di proprietà comunale.

“Segnalaci Varese” è l’iniziativa di caccia al degrado e ai disagi che consente al lettore di collegarsi all’indirizzo email www.segnalacivarese.it e indicare l’obbrobrio in cui è incappato, fissando il punto sulle cartine delle città.