«Adesso esportiamo la fratellanza»

Budapest, Timisoara e Belgrado: queste le tappe toccate dai giovani dopo la Gmg

Dai luoghi delle misericordia e della non misericordia a casa.
Ora sono rientrati tutti i 177 varesini che hano partecipato alla Gmg di Cracovia, compresi quelli che hanno proseguito il viaggio nell’Est Europa. L’entusiasmo con cui hanno accolto l’invito di papa Francesco a cambiare il mondo, ha portato un gruppo di 26 giovani seguito da a proseguire il pellegrinaggio attraverso alcune città del continente: «Budapest, Timisoara e Belgrado – racconta il sacerdote – luoghi simbolo del cambiamento scelte per fare esperienza della presenza o meno della misericordia.
La regalità di Buda e l’eleganza di Pest hanno fatto da cornice nella visita alla capitale ungherese. «Qui i ragazzi, alloggiando in un ostello, hanno avuto modo di ammirare il palazzo reale, il parlamento, la cattedrale di Santo Stefano e il ponte delle catene». Da Budapest sono partiti alla volta di Timisoara.

«Giunti nella città romena i padri salvatoriani hanno accompagnato i giovani, che alloggiavano da loro, in una visita ai luoghi segnati dal comunismo e dalla misericordia. Una casa d’accoglienza per donne maltrattate, un orfanotrofio e una fattoria sociale gestita dalla caritas: sono state le mete proposte insieme a un itinerario attraverso i luoghi che hanno portato alla rivolta contro il comunismo nel ’89». Molti di loro erano bambini o non erano neppure nati al tempo della caduta del Muro di Berlino, ma hanno potuto vedere da vicino le terre che videro la fine di un’epoca e il grande fermento di quegli anni.

«L’ ultima tappa del tour prima di tornare a casa è stata nella capitale serba dove siamo stati ospitati da una parrocchia cattolica del centro città. È stata l’occasione di entrare in contatto con un luogo di misericordia molto attuale legato all’emergenza dei migranti». Hanno conosciuto chi è ogni giorno in prima linea per accogliere chi fugge dalla propria patria.

«La caritas locale si è adoperata per sostenerli lungo la rotta dei Balcani che passa proprio da Belgrado, attraverso l’apertura di una cucina. Questo luogo vuole essere un concreto aiuto per tutti coloro che scappano dalla propria casa e successivamente diventare un centro per accogliere e sostenere i poveri della città».
La cucina, realizzata per metà grazie ai fondi della 8×1000 della Chiesa italiana e per l’altra metà grazie alla diocesi di Milano, è stata inaugurata proprio venerdì scorso.

«All’inaugurazione hanno partecipato i giovani varesini, in rappresentanza della diocesi ambrosiana, insieme al vescovo di Belgrado. La giornata si è conclusa insieme agli operatori della caritas che hanno guidato i ragazzi nei luoghi della città interessati dal flusso migratorio».
L’ invito di Papa Francesco a “non costruire muri, ma costruire ponti” continua a risuonare nella mente di questi giovani. «Ora dovranno “esportare” l’esperienza di fraternità e comunione nelle loro vite di tutti i giorni perché possano essere da esempio per tutti e modelli per il futuro. Questa emozionante esperienza giunge al termine in attesa di poter riprovare la gioia suscitata nel prossimo incontro mondiale a Panama nel 2019».n