Arrestato il leghista Rizzi. Grillo e il Pd: «Andate a casa»

Opposizioni sul piede di guerra. Cattaneo: «Chi di spada ferisce...». Salvini: «Chi sbaglia non merita la Lega». Oggi la mozione di sfiducia

– Caso-Rizzi, opposizioni all’attacco: «Maroni si deve dimettere». Il caso è nazionale: chiede che Maroni vada «a casa» ma «l’ipotesi è fantascienza» per il segretario della Lega Lombarda . In Regione la maggioranza è compatta, ma Cattaneo (Ncd) avverte: «Noi responsabili, la Lega quattro anni fa con la giunta Formigoni non lo fu. E chi di spada ferisce…». È di nuovo terremoto al Pirellone. La notizia squarcia la seduta del Consiglio regionale con un velo di «tristezza»,

per usare le parole del presidente che, mentre è in corso la celebrazione della memoria dei caduti delle forze dell’ordine, annuncia in aula dell’arresto del presidente leghista della commissione sanità . Una vicenda che ha un’immediata eco nazionale, visto che il leader dei Cinque Stelle Beppe Grillo entra a gamba tesa: «Rizzi arrestato, Maroni a casa». Più diplomatico il segretario della Lega Nord, che pure era stato durissimo nei giorni scorsi contro la magistratura: «Chi sbaglia davvero, non merita la Lega. Ma spero che le accuse si rivelino una bufala e che alcuni magistrati non siano in campagna elettorale».

In serata arriva la sospensione dalla Lega per Rizzi, anche se il deputato grillino fa notare che Salvini, un mese fa sul caso del sindaco M5S di Quarto aveva «detto che le persone devono essere scelte per bene».In Regione Lombardia la vicenda fa traballare la maggioranza. Il segretario regionale del Pd annuncia per oggi la mozione di sfiducia al presidente Maroni: «Ha scaricato il suo braccio destro, al quale aveva affidato le chiavi della sanità lombarda. Troppo facile. Ha avuto tre anni di tempo per segnare discontinuità con gli scandali del passato e ha fallito. Ora c’è una sola strada percorribile, le dimissioni».

A Maroni, l’esponente democratico imputa «una enorme responsabilità politica, l’incapacità di recidere il legame malato tra politica e sanità», tanto più che è assessore alla sanità e che anche il suo predecessore alla guida del settore,, è sotto inchiesta. Altrettanto dura la reazione del Movimento Cinque Stelle: «Ferita e offesa sono io, a sentirmi prendere in giro così – afferma , dopo il discorso di Maroni in aula – altro che piano straordinario per la corretta applicazione delle procedure, faccia un piano ordinario per l’onestà in politica, invece di far finta di indignarsi. La parte offesa siamo noi cittadini, che non ne possiamo più». Anche i pentastellati, of course, invocano le dimissioni del governatore e il ritorno alle urne. Ma per Grimoldi, di cui Fabio Rizzi è numero due, «l’ipotesi è fantascienza». Anche se «in Lombardia se qualcuno ha veramente sbagliato allora deve pagare». La maggioranza in aula si dimostra compatta attorno a Maroni, come fa notare Raffaele Cattaneo, del Nuovo Centrodestra: «In particolare Ncd con grande responsabilità ha dimostrato sostegno all’azione della Giunta di cui fa parte e del Presidente che insieme abbiamo sostenuto».

Ma quella di Cattaneo è «una considerazione amara». Perché se il presidente del Consiglio regionale è «sgomento, addolorato e incredulo» per quella che definisce «una brutta notizia» e se ribadisce che «questa giunta deve andare avanti» possibilmente con «un’azione più incisiva», s’impone il parallelismo con quanto accaduto «quando quattro anni fa una situazione simile colpì la giunta Formigoni, con l’arresto dell’allora assessore accusato di connivenza con la ‘ndrangheta (accuse poi tutte sostanzialmente cadute in sede processuale)». Ebbene, allora, ricorda Cattaneo, «la Lega non fu affatto così responsabile, ma anzi cavalcò politicamente la situazione, fino a far cadere la giunta e portare a nuove elezioni. Bene ha fatto Ncd a prendere una posizione di equilibrato sostegno, dimostrando maturità politica e maggiore responsabilità istituzionale. Nessuno però è immemore di quanto accaduto e mi auguro che queste situazioni insegnino agli alleati altrettanto equilibrio. Chi di spada ferisce». Infine, anche i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil auspicano che «si determinino, in un settore di primaria importanza per i cittadini, condizioni di effettiva cesura e discontinuità con metodi e logiche di commistione affaristica tra politica e sanità».