Battaglia per l’autonomia della Lombardia. In campo scende anche Paolo Orrigoni

L’ex candidato sindaco del centrodestra attacca Galimberti: «A dicembre voleva il centralismo»

Sempre più adesioni al Comitato degli amministratori locali (di centrodestra) per il Sì al referendum dell’autonomia. C’è anche Paolo Orrigoni, che lancia una frecciata al sindaco di Varese Davide Galimberti: «Inspiegabilmente chi il 4 dicembre votava sì ad un referendum che centralizzava competenze e fino a poco tempo fa non voleva nemmeno che l’argomento si discutesse in consiglio comunale, ora addirittura si muove per costituire i Comitati del Sì».

Nuova linfa per il Comitato degli amministratori locali per il Sì al referendum del 22 ottobre, che fa breccia anche nei piccoli Comuni del Nord della provincia e imbarca anche il sindaco di Orizzonte Ideale di Besano Leslie Mulas («grazie ai ristorni dei frontalieri i Comuni di confine soffrono un po’ meno, ma questa è una battaglia che va oltre gli egoismi»). Ieri a Luvinate il Comitato presieduto dai sindaci Giorgio Ginelli (Jerago con Orago), Emanuele Poretti (Castiglione Olona) ed Emanuele Antonelli (Busto Arsizio) ha presentato i nuovi aderenti ma ha anche approfittato dell’occasione

per lanciare qualche segnale ai sindaci del Pd che martedì presenteranno il loro comitato del Sì. «Parlare di autonomia oggi è una questione di modernità, una presa di coscienza di qualcosa che sta avvenendo nella vita delle persone, perché autonomia vuol dire sapere gestire meglio le risorse e rispondere più velocemente alle esigenze dei cittadini – le parole di Paolo Orrigoni, consigliere comunale e già candidato sindaco a Varese – è anche diventato molto “fashion”: inspiegabilmente chi si dichiarava per il Sì ad un altro referendum, quello del 4 dicembre che prevedeva una riduzione degli spazi di autonomia verso una centralizzazione delle competenze, oggi sta addirittura costituendo comitati per il Sì. Eppure ricordo che qualcuno era persino contrario al fatto che si discutesse di questo referendum in consiglio comunale». Una frecciata che viene raccolta anche dal leghista Emanuele Poretti: «Forse aspettavano la benedizione dall’alto, ma rinnovo l’invito al sindaco Davide Galimberti a partecipare alle iniziative del nostro Comitato, così come ci aspettiamo che questo Comitato partecipi anche a serate organizzate dagli amministratori del Pd favorevoli al referendum». Giorgio Ginelli aggiunge: «Da sindaci, abbiamo di fronte una sola responsabilità, che è quella di rispondere alle esigenze dei cittadini. Quella per l’autonomia è una battaglia culturale e di identità, non è politica: ecco perché mi meravigliava la titubanza iniziale di alcune forze politiche». Il consigliere provinciale “centrista” invita però anche a «non cadere nel tranello di posizioni politiche preconcette. All’inizio tiepide, ora noto con piacere come il Pd regionale, con atteggiamento tattico, abbia cambiato idea». Ai cittadini però, per convincerli a votare, bisogna offrire concretezza: «Dobbiamo far passare il messaggio che è la battaglia della gente, non degli amministratori – suggerisce il sindaco leghista di Gornate Olona Barbara Bison – per farlo, serve una politica più umana e meno arroccata sul piedistallo». La sindaca di Bodio Lomnago Eleonora Paolelli invoca una «promozione del referendum nelle piazze e casa per casa, per far capire bene ai cittadini a cosa serve questo referendum». Per Alessandro Boriani (Luvinate) «è una battaglia fondamentale per la sopravvivenza dei piccoli Comuni». Andrea Colombo (Travedona Monate) vede «Comuni che si uniscono per uno scopo comune. È un ritorno alla politica con la P maiuscola». Il rischio, sintetizzato da Franco Ziliani (Cuasso al Monte) citando l’editorialista del Corriere Angelo Panebianco, è di «non essere ascoltati». Ma Giorgio Piccolo (Cuveglio) ricorda: «Siamo noi in trincea per i cittadini. Siamo i primi a cui si rivolgono. Dobbiamo fare la voce grossa». E Cristina Bertuletti (Gazzada) aggiunge: «Sarà il primo passo di una contrattazione con il governo per far valere i capisaldi dell’autonomia». Alessandro Paladini Molgora (Angera) chiede «più cura e attenzione al territorio anche da parte di Regione Lombardia».