Chicca, da Varese al New Jersey

Studiare negli Usa - Il diario della studentessa che frequenterà la terza superiore in una scuola americana

– Primo giorno di scuola per , la studentessa del liceo scientifico Ferraris che ha scelto di frequentare la terza superiore negli Usa, con Intercultura. Chicca è partita alla fine di agosto alla volta del New Jersey, dove è stata accolta da una famiglia ospitante molto “friendly”, che da subito ha cercato di farla sentire a suo agio, come a casa propria. «La famiglia è molto accogliente» è stata la prima impressione di Chicca, che adesso vive a Linwood.

La giovane ha già avuto l’opportunità di trascorrere una giornata a New York, dove per pranzo ha scelto di fermarsi in un ristorante di Little Italy. Nostalgia per la cucina mediterranea o desiderio di ricaricare le batterie prima dell’ingresso nella nuova scuola?
Mercoledì alla Mainland Regional High School è suonata la prima campanella. Chicca è stata abbracciata da un cavallo di peluche, che è la mascotte dell’istituto. Poi la studentessa varesina ha iniziato la sua avventura. «Ho scelto di studiare media production, una materia che insegna come registrare i video e come si lavora con la radio. La classe è bellissima, piena di strumenti di registrazione. Il professore è simpaticissimo e ci ha detto che nella sua materia l’unica cosa che conta è divertirsi e impegnarsi».
Chi va negli Usa per frequentare la scuola superiore spesso cede alla tentazione di inserire nel piano di studio solo materie che in un liceo scientifico o classico non ci sono, come cucina, scultura, aerobica, cura dei figli, aggiustare il motore dell’auto, vetrinista, ecc. Chicca invece non si è fatta sconti è ha scelto inglese, tedesco, ma soprattutto matematica e chimica di livello avanzato (si tratta delle classi “honor” che preparano gli studenti per i college più prestigiosi). Chi sceglie quelle classi, di solito, non torna a casa con la convinzione che in America si studia poco, anzi. «Già il primo giorno, sia in matematica che in chimica, mi hanno dato i compiti. – racconta Chicca – Il secondo giorno di scuola, inoltre, è stato fissato un primo mini test di chimica. Queste due materie si prospettano abbastanza pesanti».
Gli studenti stranieri vengono accolti a braccia aperte dai professori, che li considerano degli ambasciatori di altri paesi in grado, con la loro presenza, di veicolare la propria cultura. «Soprattutto la professoressa di inglese è stata molto contenta» afferma Chicca.
L’atmosfera che si respira in una scuola americana è qualcosa di speciale, che chi ha vissuto non dimentica. Gli armadietti personali, le aule da cambiare ogni ora, i compagni che si incrociano nel corridoio, le ciambelle che si mangiano a colazione, le divise, il senso di appartenenza. «La scuola è molto grande, anche se per i canoni americani è piccola perché non ci sono molti studenti. Ma l’istituto, seppure di dimensioni relativamente modeste, dispone di una sala musica, una sala di registrazione, una radio, un canale televisivo dedicato, un auditorium, due palestre grandi e altre più piccole per fare sollevamento pesi, danza e altro. Alcuni muri sono decorati con bellissimi disegni».