Le finte multe svizzere finiscono in tv grazie a noi

Noi siete, voi siamo - Il nostro Matteo Fontana ieri mattina in diretta su RaiTre ha spiegato come difendersi

False multe dalla Svizzera: il nostro ospite ieri mattina di Mi Manda RaiTre dopo il servizio realizzato sul tema e pubblicato sul nostro quotidiano lo scorso 22 aprile. Professionale come sempre, Matteo ha nascosto benissimo l’emozione «che pure non è mancata» durante il confronto con la conduttrice . Ed è una delle nostre prime firme a confessare: «Quando sono stato contattato ho titubato, devo essere sincero, proprio perché conosco la differenza tra il giornalismo della carta stampata e quello televisivo – spiega Matteo – non conoscendo alla perfezione il mezzo televisivo ha avuto qualche perplessità. Ma poi ho pensato che in questo modo avrei avuto l’occasione di spiegare il fenomeno ad una platea più ampia informando ancora più cittadini sul rischio di essere truffati».

Informazione professionale e spirito di servizio, dunque. La truffa in questione, del resto, è particolarmente articolata e ha già mietuto parecchie vittime. Le quali ricevono lettere che hanno come mittente l’inesistente “Swiss Police” e che sono scritte in inglese; vittime preferite del raggiro gli automobilisti stranieri, in particolare italiani. A trarre in inganno le ignare vittime, il fatto che gli indirizzi dei multati e i numeri di targa riportati sulla contravvenzione siano corretti. Lo scritto però,

come sottolinea la stessa polizia svizzera, contiene anche diverse imprecisioni che devono subito mettere sul chi va là le potenziali vittime della truffa ad alta velocità. Ad essere sbagliati sulla multa sono ad esempio i luoghi di rilevamento della contravvenzione o anche l’unità di misura della velocità che non è in chilometri orari ed anche l’importo in euro, anziché in franchi svizzeri. Un cittadino italiano si è visto recapitare a casa lo scorso 15 aprile una multa da 367 euro per eccesso di velocità registrato, secondo quanto comunicato dai truffatori, a Mendrisio, dove la vittima sarebbe sfilata a 80 Kph, stando a quanto scritto nella contravvenzione, che ovviamente conteneva anche un codice iban dove versare la cifra.

Matteo, dalle colonne de “La Provincia di Varese”, ha lanciato l’allarme dando voce anche alla Polizia Cantonale che invitava le vittime a non pagare e a denunciare immediatamente l’accaduto. Ieri Matteo, in trasmissione, ha spiegato il modus operandi dei truffatori. Ma non solo: preparatissimo, ha anche suggerito ai telespettatori come difendersi da questo pacco d’oltre confine. «Esperienza molto positiva – conclude Matteo – sono stati tutti estremamente gentili e professionali. Ed è bello che ancora una volta il nostro giornale sia stato un punto di riferimento per i media nazionali».