Richieste d’asilo senza risposta. I profughi chiamano i carabinieri

Oltre un anno e nessun riscontro. Zanzi allarga le braccia: «Sono migliaia, serve pazienza»

Tempi d’attesa troppo lunghi per sapere se la propria domanda di richiedente asilo sarà accolta oppure no: i profughi protestano chiamando i carabinieri. È accaduto l’altro ieri nel centro di accoglienza allestito a Caravate. Va precisato che non ci sono stati momenti di tensione ne i richiedenti asilo ospitati nella struttura hanno messo in campo forme di protesta violente o sopra le righe.

Uno dei rifugiati si è rivolto ai carabinieri, quasi si trattasse di una forma di denuncia, esasperato dall’attesa, dal non sapere: c’è chi da oltre un anno anela ad avere una risposta. Qualcuno aspetta anche da più tempo. Una situazione in bilico che l’altro ieri sera ha fatto tracimare l’esasperazione.

«Prendiamo atto della protesta – spiega il prefetto di Varese – protesta che può essere comprensibile alla quale, però, replichiamo con un fatto: la Lombardia è la regione italiana tra quelle che si sono fatte maggiormente carico degli arrivi». In sintesi le strutture di accoglienza lombarde sono al top della classifica nazionale come numero di ospiti. «È di conseguenza inevitabile – spiega Zanzi – che i tempi per la valutazione delle domande dei richiedenti asilo o relative alla richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato politico siano dilatate nel tempo. È una questione di numeri: le sezioni milanesi che si occupano di queste valutazioni hanno migliaia di arretrati. Ma semplicemente hanno migliaia di richieste».

I rifugiati hanno lamentato che in altre regioni i tempi sono molto più spediti: si parla di qualche mese, non di anni. «Come già spiegato – precisa il prefetto di Varese – il numero di persone ospitate nelle strutture di accoglienza non è lo stesso per tutte le regioni. È evidente che dove il numero di soggetti è inferiore i tempi saranno più rapidi. E come, sempre come già detto, la Lombardia è tra le regioni italiane con il maggior numero di arrivi». Non c’è in alcun modo al momento alcuna soluzione per poter rendere più rapidi i tempi di attesa. La media delle richieste accolte in Lombardia è di circa il 35, 40%.