L’esperimento svizzero è finito. Domani notte riaprono i valichi

Il sindaco di Cremenaga Domenico Rigazzi tiene alta la guardia: «Mi auguro che i dati raccolti dalle autorità elvetiche siano resi noti»

– Terminata la fase sperimentale di sei mesi, iniziata lo scorso 1° aprile, riapriranno da domani notte i tre cosiddetti valichi minori di confine tra Svizzera e Italia, tra cui anche quello di Ponte Cremenaga. Negli ultimi sei mesi, il valico è stato chiuso tutte le notti, dalle 23 alle 5 del mattino, su decisione delle autorità elvetiche per motivi di sicurezza, con l’obiettivo dichiarato di diminuire i fatti criminosi, come le rapine e i furti, oltreconfine.

La decisione della Svizzera era stata duramente contestata dai sindaci più interessati dal provvedimento come il primo cittadino di Cremenaga , che aveva organizzato una manifestazione di protesta con i colleghi sindaci dei Comuni di frontiera; la questione era giunta sino a Roma e Strasburgo, visto che c’era in gioco anche il rispetto del Trattato di Schengen. Le autorità svizzere, in questi sei mesi di sperimentazione, hanno raccolto dei dati che adesso saranno valutati attentamente prima di prendere una decisione definitiva sul destino del valico di Cremenaga.

L’unico dato sinora emerso è quello della provenienza dei veicoli che passano da questa dogana varesotta; l’80% proviene dall’Italia, il 20% dalla Svizzera. «Sono contento che il valico di Ponte Cremenaga sia stato riaperto e sono fiducioso per il futuro» commenta Rigazzi che non ha intenzione di abbassare la guardia. «Non conosco i dati raccolti dalle autorità svizzere che mi auguro vengano resi noti anche a noi sindaci italiani – prosegue il primo cittadino di Cremenaga – come ho sempre sostenuto resto contrario alla logica che ha portato alla chiusura notturna del valico, visto che rapine di notte non ne sono state mai commesse».

La sbarra abbassata alla dogana di Cremenaga ha danneggiato in questi sei mesi soprattutto i frontalieri. «In particolare – ricorda Rigazzi – coloro e sono in totale circa una ventina, che lavorano in aziende che si trovano a due passi dal nostro valico». La strada alternativa oltre a essere più lunga è anche più pericolosa viste le condizioni delle strade. «Si vuole far passare l’idea che il valico di Cremenaga sia piccolo – conclude il sindaco – in realtà il transito è molto significativo, perché viene utilizzato anche dai frontalieri che abitano nel luinese e in Valcuvia». Sull’argomento interviene anche il consigliere provinciale , il quale su Facebook commenta la decisione delle autorità elvetiche, lanciando anche un appello. «Bene così – afferma – rivolgo un appello a tutti i falchi di qui e di là dal confine; basta polemiche sulla pelle dei frontalieri e dei Comuni di frontiera e ora sotto a lavorare con la cooperazione italo-svizzera».