«Non ci sono prove, solo indizi». Gli avvocati di Cerutti in Cassazione

L’uomo è stato condannato a 30 anni per l’omicidio a Casalzuigno del vicino Roberto Colombo

è stato condannato per l’omicidio del vicino di casa, , «senza alcuna prova a suo carico».

Ne sono convinti i difensori dell’uomo, gli avvocati e , che hanno presentato un ricorso davanti alla Corte di Cassazione: l’ultimo tentativo di annullare la sentenza di condanna a 30 anni pronunciata dalla Corte d’Assise di Varese e poi confermata dalla Corte d’Appello di Milano. Per i giudici di primo e secondo grado non v’è stato dubbio: Cerutti, 36 anni, è colpevole.

Roberto Colombo, un disabile di 49 anni, fu ucciso con due colpi di pistola nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2013. Cerutti avrebbe ucciso anche il cane di Colombo, Argo. Il corpo dell’uomo, sepolto nei boschi (nella foto) attorno alla località, fu trovato dopo un mese e mezzo, l’11 novembre. A poca distanza fu rinvenuta anche la carcassa del cane: ucciso con un colpo di pistola e poi dato alle fiamme. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm , portarono all’arresto dell’uomo che, per i giudici, ha ucciso il vicino per un “rancore” che ha avuto tra le cause scatenanti la convinzione che Colombo avesse rubato un chilo di marijuana. «Non condividiamo le motivazioni della sentenza e l’impianto accusatorio – spiegano i difensori – anche perché non è stata chiarita la dinamica dell’omicidio e il movente. Cerutti è stato condannato per una serie di indizi, ma non ci sono prove».

Per l’accusa, come scritto, il movente del delitto per l’accusa è da individuarsi nel furto di un chilogrammo di marijuana che Colombo avrebbe rubato all’ex amico. Che Cerutti coltivasse marijuana nei boschi circostanti Cariola la frazione di Casalzuigno dove vittima e imputato vivevano è provato dalle indagini. I militari lo avevano arrestato per le coltivazioni qualche settimana prima dell’iscrizione nel registro degli indagati per l’omicidio di Colombo. L’arma del delitto, per contro, non é mai stata trovata.

Alcuni conoscenti hanno testimoniato di aver visto Cerutti con un’arma. Altri hanno detto che l’uomo aveva minacciato di far del male a chi gli aveva rubato la droga. Nessuna arma è però stata trovata in casa di Cerutti. Negativi anche i test scientifici: in casa Cerutti non è stata trovata traccia di sangue. E nemmeno tracce del Dna della vittima. Ed è su questi elementi che i difensori puntano. Nessuna arma del delitto, nessun riscontro scientifico. Cerutti si è sempre detto assolutamente estraneo alla vicenda.n