Si tuffa nel lago. Richiedente asilo muore annegato durante la gita

La tragedia del ventenne, ospite a Varese, sotto gli occhi dei passanti

Drammatico tuffo nel lago Maggiore: asilante annega durante una gita. La tragedia si è consumata alle 18.30 di ieri su una spiaggetta in località Sasso Galletto, al confine tra Castelveccana e Laveno Mombello. La vittima è un giovane nigeriano di 20 anni ospite della comunità Arca di Varese da alcuni mesi. È sopravvissuto a una delle infernali traversate del Mediterraneo sui barconi della speranza per annegare ai confini con la Svizzera quando credeva di essere ormai in salvo.

Le generalità del ragazzo al momento non vengono rese note dai carabinieri della compagnia di Luino, intervenuti con i vigili del fuoco e i mezzi del 118, perché i familiari del ventenne non sono stati avvisati dell’accaduto. Al momento, coinvolta anche al Prefettura, le autorità stanno cercando di capire se i genitori o altri parenti del giovane siano a loro volta arrivati in Italia, oppure siano rimasti in Nigeria.

La dinamica dell’accaduto è comunque già stata chiarita. Il ventenne era arrivato a Castelveccana in gita con alcuni conoscenti: le comunità impongono il ritiro in sede dalle 22 alle 8 del mattino. I richiedenti asilo sono liberi durante la giornata e il ragazzo, che aveva lavorato anche come volontario a Varese e nel nord della provincia mettendosi a disposizione della comunità che lo accoglieva, ieri si è concesso una gita al lago probabilmente per sfuggire alla calura.

Arrivato in spiaggia, con l’aria ancora bollente, si è tuffato nell’acqua da una piccola roccia. Un tuffo notato anche dagli automobilisti di passaggio lungo la strada provinciale 69 che costeggia il lungo lago. Il giovane non è più riemerso dalle acque ancora gelide del lago.

I compagni di gita hanno allertati i soccorsi. Sul posto sono intervenuti gli specialisti del soccorso acquatico dei vigili del fuoco a bordo di un battello pneumatico, contemporaneamente sono stati attivati i sommozzatori di Milano. Il cadavere del giovane è stato trovato intorno alle 21 di ieri sera a 30 metri di profondità. Per lui non c’era più nulla da fare.

La salma è sotto sequestro e nelle prossime ore l’autorità giudiziaria deciderà se affidare l’incarico per l’autopsia. Tante le ipotesi: il ventenne potrebbe essere stato colto da ipotermia, o da malore, dovuto all’escursione termine piuttosto alta tra la temperatura esterna e l’acqua gelida del lago. Come potrebbe aver mangiato qualcosa prima di tuffarsi ed essere stato colto da una congestione. O ancora: il lago in quel punto sprofonda immediatamente. Il ragazzo potrebbe non essere riuscito a contrastare le correnti.

Ora si cercano i familiari del giovane: difficile si trovino nella stessa comunità del ragazzo che, stando a quanto accertato dagli inquirenti, accoglie giovani tra i 15 e i 25 anni. Esclusa l’ipotesi del suicidio che circolava inizialmente: si è trattato di un drammatico incidente.