Stranieri meglio degli italiani non a Comerio

Egregio direttore,

Finalmente uno che parla non ipocritamente di accoglienza, ma con i fatti, e non come fanno i pezzi grossi che predicano bene ma razzolano male (mi riferisco a tutti quei “buonisti” di professione) che ci ricordano un giorno si e l’altro pure il senso dell’ospitalità, ma non a casa loro.
Un bravo quindi al sindaco di Comerio nell’andare controcorrente, che ha aperto le porte di casa sua all’Accoglienza con la A maiuscola, nella speranza, temo vana,

che i suoi compagni di partito seguano il suo illuminante esempio, perché lo sanno tutti che una rondine non fa primavera.
I profughi si manterranno con i lavori socialmente utili per il Comune (noto con piacere che da quelle parti c’è il lavoro e quindi nessun disoccupato da aiutare). Ovviamente il tutto sotto la regia di qualche Coop sempre in prima linea a gestire il denaro pubblico.
Ps: peccato che ad inizio mese una mamma è stata sfrattata con i suoi quattro figli minorenni da una casa Aler a Busto e il sindaco Aimetti non l’abbia ospitata alla stessa maniera di una profuga, perché avrebbe comunque fatto un altrettanto bel gesto, ma ahimè con meno visibilità mediatica, e poi un’italiana in… Italia conta meno.

Enzo Bernasconi
Varese

Egregio signor Bernasconi, la invitiamo a rileggere l’articolo in questione.
Il progetto di accoglienza predisposto a Comerio andrà a vantaggio sia dei richiedenti asilo ospitati, sia dei disoccupati italiani residenti nel territorio comunale.

Fabio Gandini