Conoscersi ed abbracciarsi per la prima volta dopo 59 anni tra cugini, figli di un fratello, e di una sorella, , emigrati dalla Sicilia negli anni 50 e approdati uno in Brasile e l’altra a Besozzo.
È la storia bella e commovente di due famiglie che si sono riabbracciate negli scorsi giorni, dopo tanti anni passati lontano, con un oceano di mezzo e troppi chilometri di distanza.
, con il marito e i tre figli, in vacanza in Italia, hanno incontrato il cugino di Besozzo, il quale peraltro porta lo stesso nome dello zio emigrato in Brasile a San Paolo nel 1954 a 32 anni ed i suoi fratelli.
Domenica aveva solo un paio di mesi di vita quando suo padre decise di lasciare Messina per tentare la fortuna in Brasile, dove poi aprirà un negozio di macelleria.
«È stato un incontro pieno di emozioni e di gioia – racconta Salvatore, 68 anni – poter abbracciare per la prima volta mia cugina Domenica dopo 59 lunghi anni è stato bellissimo e così conoscere suo marito e i suoi tre figli. Purtroppo abbiamo potuto stare insieme solo qualche ora e berci un caffè insieme, ma è stato davvero intenso».
L’incontro ovviamente è stato allargato alle varie famiglie Russo. Antonia infatti, partita da Messina alla volta di Besozzo negli anni Sessanta, ha avuto cinque figli dal marito : ,,, e appunto Salvatore.
«Ci siamo raccontati tante cose, tanti aneddoti riguardanti le nostre famiglie – prosegue Salvatore – abbiamo parlato sia in dialetto siciliano che in italiano; ci siamo capiti perfettamente e dovevamo metterci in pari dopo così tanti anni passati lontano».
Del resto, quando sono le emozioni profonde a prevalere, dopo un periodo lungo 59 anni, non c’è distanza linguistica che tenga e ci si capisce anche soltanto con lo sguardo.
Un anno importante che arricchisce ancora di più questa storia di emigrazione, è il 1990. Ventiquattro anni fa, Salvatore Russo era venuto a Besozzo, ma senza i figli, a trovare sua sorella Antonia, che non vedeva da quasi 40 anni; si erano tenuti in contatto per lettera ma mai più rivisti da quel lontano 1954 a Messina.
Salvatore Russo venne in Italia, fece una prima tappa a Messina e poi venne a Besozzo a trovare Antonia, allora settantottenne e tutti i suoi nipoti, tra cui l’omonimo Salvatore. «Anche allora ci fu grande commozione – ricorda il nipote – ma i miei cugini Domenica e Carmelo allora non erano venuti; per abbracciare mia cugina per la prima volta ho dovuto aspettare ben 59 anni».
La promessa reciproca che i due cugini si sono fatti prima di salutarsi, prima che Domenica tornasse in Brasile, è quella di non lasciare passare troppi anni prima di rivedersi di nuovo. «Domenica che oggi gestisce un’azienda di materie plastiche ha invitato me e i miei fratelli ad andarli a trovare a San Paolo quando vogliamo – racconta Salvatore -naturalmente ci stiamo pensando seriamente; è un viaggio lungo ed impegnativo ma le radici famigliari resistono anche a migliaia di chilometri di distanza e poi sono molto curioso di visitare il Brasile e vedere la casa dove abita mia cugina con la sua famiglia».
C’è un oceano di mezzo ed i cuori dei cugini Russo e Torre, battono un po’ a Messina, un po’ in Brasile e un po’ a Besozzo, ma i legami famigliari vincono ogni distanza.
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