Palermo, 30 lug. (Apcom) – Secondo una ricerca del Cnr durata diversi mesi, il sangue del 20% di un campione composto da 262 persone di Gela, Niscemi e Butera. in provincia di Caltanissetta, sarebbe pieno di `veleno’: arsenico, ma anche rame, piombo, cadmio e mercurio. Secondo l’anticipazione de `L’Espresso’ si tratta di casalinghe, impiegati e giovani, sotto i 44 anni e non di operai dello stabilimento petrolchimico.
“Se i numeri sono quelli che dicono i ricercatori, che cioè il 20% circa potrebbe avere arsenico nel sangue a Gela, Niscemi e Butera – dice ad Apcom Rosario Crocetta ex sindaco di Gela europarlamentare del Pd – significa che ci troveremmo di fronte a 20mila persone contaminate. Occorre subito uno screening di massa della popolazione”. “Domani – annuncia – interesserò della questione il ministro della salute e il presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo, ma ritengo che accanto a questo bisogna avviare misure di prevenzione. L’arsenico – dice Crocetta – non rientra più nel ciclo produttivo del petrolchimico da diversi anni ma se la popolazione continua a essere contaminata a significa che la presenza dell’arsenico è nell’ambiente, nel suolo, nella catena alimentare”.
“Mi pregio – aggiunge Crocetta che si è dimesso da sindaco l’altro ieri – in questi anni di avere individuato per primo il pericolo di inquinamenti che poteva venire da acque e sottosuolo e non ho solo vietato l’uso dell’acqua dissalata ma anche di avere avviato un progetto, che è in itinere, per l’uso di acque di acque potabili provenienti dal lago Ragoletto.
Così come – prosegue – con la mia amministrazione avviati interventi di bonifica delle falde”.
“E’ chiaro – aggiunge – che bisognerà dire se le misure adottate, la barriere di sversamento, gli impianti di depurazione della falde sono misure sufficienti a risolvere il problema. Se l’inquinamento persiste significa che bisogna ottimizzare questi processi. Chiedo che il ministro dell’ambiente convochi un tavolo a Roma per la verifiche necessarie e adotti i provvedimenti. Da parlamentare europeo, appartenente alla commissione Ambiente, chiederò che l’Europa verifichi come funzionano i petrolchimici in Sicilia e si faccia una indagine per verificare se gli atti di indirizzo Ue siano stati rispettati e se tali indirizzi siano sufficienti o servano altre normative Ue”.
“Siamo altamente allarmati per questi dati – dice ad Apcom Giovanni Di Martino, sindaco di Niscemi – Il consiglio comunale ha già fatto una seduta straordinari la settima scorsa sull’inquinamento ambientale alla luce di questi dati che erano stati resi noti su iniziativa dell’ufficio speciale dell’area ad alto rischio ambientale”. “Chiederemo che si facciano degli studi epidemiologici più accurati – dice Di Martino – e non solo a campione, anche perché dalle nostre parti siamo già esposti ad altre finti di inquinamento come quello elettromagnetico già in atto che si potrebbe aggravare se fosse impiantato nella base Usa di contrada Ulmo il radar Muos”.
Cas
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