Berna, 19 nov. (Apcom) – In Germania e in Svizzera mancano all’appello 20mila bambine, mai nate, e la causa sarebbe da attribuire alla radioattività presente attorno alle centrali nucleari di questi due paesi. A queste sconcertanti conclusioni, tutte da verificare, giunge uno studio condotto da tre scienziati tedeschi di fama, Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, del Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco, di cui dà notizia oggi il settimanale tedesco WochenZeitung.
Lo studio viene considerato “assolutamente” attendibile anche da un oncologo di Basilea, Claudio Knuesli, intervistato dal settimanale. Secondo Knuesli, la ricerca, che ha tentato di determinare se vi sia un rapporto fra il numero di bambine e bambini nati e la distanza delle famiglie da una centrale atomica, ha dato “risultati altamente significativi”. Gli studiosi hanno scoperto che nel raggio di 35 chilometri dalle centrali (27 tedesche e 4 svizzere) negli ultimi 40 anni vi sarebbero tra le 10 e le 20mila bambine non nate. Gli embrioni femminili, conferma l’oncologo, sono più sensibili alla radioattività di quelli maschili.
Normalmente nascono 105 femmine per ogni 100 maschi, ma nelle regioni che circondano le centrali nucleari le nascite femminili sono molto inferiori. Lo dimostrano anche i dati relativi alla centrale di Chernobyl, da cui era partito lo studio, che già avevano evidenziato una significativa incidenza sia sul numero delle nascite che sul rapporto di nascite tra bambine e bambini.
Fcs
© riproduzione riservata