Buenos Aires, 11 ott. (Ap-Apcom) – Quando si tratta di Coppa del Mondo è destino, o almeno sembra, che gli avversari di Diego Armando Maradona debbano vedersela non solo con il ‘Pibe’, ma anche con l’ultraterreno. Ventitré anni dopo la “Mano de Dios”, il gol di pugno che ai Mondiali messicani del 1986 contribuì a decidere l’eliminazione dell’Inghilterra nella semifinale contro l’Argentina, ecco il “Miracolo di San Palermo”. Martin Palermo, per l’esattezza. Alle soglie dei 36 anni ‘El Loco’, noto più per il suo biondo artificiale che per le sue prodezze in campo, ha tenuto in piedi i sogni di qualificazione ai Mondiali dell’Argentina realizzando al 93′ il gol che ha consentito alla Seleccion di battere 2-1 il Perù e salvare, almeno fino a mercoledì, la faccia del commissario tecnico Maradona.
Reduce da settimane di critiche durissime da parte di una nazione intera che in lui, da trent’anni, vede qualcosa in più di un eroe nazionale, il leggendario numero 10 del Napoli e dell’Argentina campione del mondo nel 1986 a partita finita ha battezzato “Miracolo di San Palermo” il gol valso tre punti. Maradona, insomma, cerca amici influenti in alto. Perché mercoledì la sua nazionale dovrà affrontare gli arcirivali dell’Uruguay a Montevideo in 90 minuti che potrebbero significare tutto: qualificazione diretta in caso di vittoria oppure,
con qualsiasi altro risultato, ancora la qualificazione, il passaggio per gli spareggi o un’eliminazione che avrebbe i connotati di una vera e propria catastrofe sportiva. Nel match di mercoledì alla tradizionale rivalità tra Uruguay ed Argentina si aggiungeranno le speranze ancora vive dei padroni di casa, rimasti in corsa per Sudafrica 2010 grazie al 2-1 imposto in trasferta all’Ecuador. Anche a Quito, 2.800 metri sul livello del mare, il match è stato risolto in pieno recupero grazie ad un rigore trasformato al 94′ da Diego Forlan.
Grd-Caw
© riproduzione riservata