Le polemiche non si sono esaurite il 25 aprile. Come successo durante le celebrazioni in Largo Camussi, il discorso letto dal sindaco ha diviso sia il pubblico presente sia i gallaratesi (e non) che hanno assistito alla diretta Facebook del gruppo “Sei di Gallarate se…”. Centinaia i commenti a testimonianza di come alcune manifestazioni ancora oggi siano fonte di scontro più che di unione. «Il mio discorso non è stato formale o rituale (quel tipo di intervento lo fa già
l’oratore ufficiale dell’Anpi) è stato un intervento sincero, che non ha offeso nessuno» dichiara il primo cittadino sul suo profilo personale e continua: «Non sono né fascista, né comunista. Penso solo con la mia testa e non mi piace recitare». Un testo fuori dagli schemi ed irrituale pensato per «Spronare ad analizzare la storia con spirito critico» spiega l’inquilino di Palazzo Borghi che, in riferimento alla frase “i morti non sono tutti uguali” che ha dato il via alle contestazioni conferma: «È il mio pensiero, mi spiace che alcuni abbiano deciso di contestarmi a priori senza ascoltare». Condivide il pensiero che il 25 aprile debba essere una festa per tutti, quindi: «Non possiamo nascondere che molti sono morti sotto i colpi di una guerra fratricida, senza per questo ledere la storia dei partigiani che hanno combattuto valorosamente». Tra i commenti al post, spicca un nome, quello del segretario della Lega Nord “Grande Andrea! Gli altri rosicano…”.
«Mi fa piacere che anche l’abbia apprezzato – continua Cassani – Purtroppo in Italia siamo per il pensiero unico in cui i depositari della verità (a quanto pare) sono solo quelli di sinistra che però espongono simboli del comunismo come se, al pari del nazifascismo, non avesse colpe».
A sedare gli animi è intervenuto , presidente Anpi di Gallarate che dichiara: «Quando si assume un ruolo istituzionale a tutti i livelli bisogna avere la capacità di mediare e prestare attenzione alle diverse sensibilità che possono essere presenti ad una celebrazione come quella della Liberazione».
Per questo definisce “legittime” le contestazioni che, per loro natura, sono forti ed urlate ma: «Devono sempre restare nei confini della democrazia e del rispetto – precisa Mascella – l’Anpi è un’associazione morale ed è proiettata verso pace perché conscia di ciò che è stata la guerra». Il presidente Mascella vuole vedere il bicchiere mezzo pieno sottolineando l’alta partecipazione dei gallaratesi: «Vorrei che si parlasse di questo, soprattutto dei ragazzi degli Istituti cittadini che con i loro progetti ed i testi scelti hanno raccontato una pagina della nostra storia che non deve essere dimenticata». Così come vuole che non passi in secondo piano l’intervento dell’oratore ufficiale Francesco Giambelluca: «Il suo non è stato un discorso ma un racconto che tutti dovremmo leggere – conclude Mascella – per questo è stato condiviso sulla pagina Facebook dell’Anpi».