Sono quelle “Ragazze – Nelle lande scoperchiate del fuori” a portare domani alle 21 nella Sala Pertini di Cardano al Campo Lella Costa. L’appuntamento è all’interno di ScenAperta, quest’anno dedicato a Laura Prati, la sindaca di Cardano tragicamente morta lo scorso luglio.
Reduce da una tournée invernale che l’ha vista nel progetto teatrale sul femminicidio “Ferite a morte”di Serena Dandini in un’antologia di monologhi che sono voci di vittime, Lella Costa a Cardano porta invece il suo monologo, da lei scritto con Massimo Cirri e Giorgio Gallione, che ne ha curato anche la regia. E con le musiche di Stefano Bollani.
Sì, è del 2009, ma è il mio ultimo monologo “originale”, al quale sono molto legata. E sono fiera di aver sentito, nel 2009, questa esigenza di riprendere parole al femminile, con cose che poi sono proseguite in qualche modo. In “Ragazze” ripercorro una strada a me molto cara, parto dalla narrazione per parlare del contemporaneo. Mi accompagna la figura di Euridice che non si presta a strumentalizzazioni, ma che da diversi punti di vista elabora il rapporto maschile femminile che è cruciale nella nostra vita.
Fanno fatica, perché il mondo fa fatica. In un momento di crisi il prezzo più alto lo pagano le donne, che hanno più compiti da assolvere e in automatico se il lavoro c’è per uno solo, questo è un uomo. Eppure la strada che si è fatta non si è fatta contro gli uomini, ma con gli uomini: ma quando si arriva al sodo a volte è come se si alzasse un muro contro muro e questo è ingiusto nei confronti non solo delle donne, ma del mondo.
Insomma, ragazza . Del resto ho sempre sostenuto che l’essere ragazza non è un fatto anagrafico. Diciamo che sono fortunata e ne sono consapevole: parafrasando una canzone di Jovanotti, sono una ragazza fortunata…
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