«Sul set insieme a Sharon Stone»

L’intervista - Beatrice Sabaini, varesina trasferitasi a Roma, racconta sacrifici e passioni dell’essere attrice

– Si chiama Beatrice Sabaini, ha 38 anni ed è un’attrice varesina che vanta diverse collaborazioni con i grandi nomi del cinema italiano e internazionale. È nata il primo di settembre del 1978, stesso giorno di nascita di tre grandi maestri del panorama cinematografico italiano: Vittorio Gassman, Carmelo Bene e Sandra Mondaini. Proprio grazie a questa coincidenza, lei crede che la sua vocazione fosse già predestinata.

Nel 2014 ho partecipato al film di Pupi Avati “Un ragazzo d’oro”. Qui ho avuto l’onore di dividere il set cinematografico con due attori famosissimi: Sharon Stone, di cui nel film ricoprivo il ruolo della segretaria, e Riccardo Scamarcio. Lavorare per Pupi Avati è stato quasi come coronare uno dei miei tanti sogni nel cassetto.

Lei è meravigliosa, una donna di grande professionalità. Riccardo è una persona carina e genuina. Appena è arrivato sul set si è subito presentato. Inoltre, ho avuto la possibilità di assistere a come veniva organizzato il lavoro tra lui e il regista: è stato un momento di grande insegnamento.

La più recente è quella con il regista Louis Nero nel film, prossimo al lancio, The Broken Key. Si tratta di un Thriller esoterico al quale hanno partecipato attori noti nel panorama internazionale come Geraldine Chaplin – figlia di Charlie Chaplin – Rutger Hauer, F. Murray Abraham, Michael Madsen, Franco Nero, Maria de Medeiros, Keith Carradine, Philippe Leroy.

Qui interpreto il ruolo di una madre che, grazie alla tecnologia, riesce a congelare – in attesa di cure – il male che piano piano si sta portando via il figlio. Sempre con questa produzione, per il progetto L’Altrofilm “Dante’s Prodject”, ho girato un video insieme al noto fotografo, Giovanni Gastel, che ne ha seguito la regia, recitando una terzina della Divina Commedia su Paolo e Francesca, del V canto dell’Inferno.

Qualche settimana fa, inoltre, ho consegnato il mio primo soggetto cinematografico a un produttore italiano: sto aspettando di fare il terzo incontro con lui per discutere dei contenuti. Questo progetto pare essergli piaciuto e per me è molto importante perché è come un bambino. Ci sto lavorando da oltre due anni ed è stata la morte di mio padre a spingermi in questa direzione.

Mi sono laureata in Lettere Moderne alla Cattolica di Milano. Durante l’università sono sempre stata affascinata dalla psicologia, e non è detto che un giorno deciderò di prendere una seconda laurea proprio in psicologia. Sin da bambina sognavo il cinema e così, dopo aver terminato il percorso universitario e dopo un’esperienza come addetta stampa di Armani, mi sono trasferita a Roma. Ho scelto Roma perché “volevo le violente scosse della capitale”.

Il mio maestro è stato Michael Margotta. La fiducia in ciò che si fa è indispensabile per questo lavoro, così come la fortuna di avere qualche chance per emergere. Ma per farlo bisogna arrivare preparati, perché lo studio e l’onestà intellettuale sono necessari per sviluppare la pazienza e lavorare sulla frustrazione.

Un attore deve allenarsi ogni giorno e combattere le resistenze e la pigrizia. Amo Shakespeare, A. Cechov, Harold Pinter e infinitamente T. Williams e un giorno racconterò gli splendidi lavori fatti sul personaggio durante gli anni di studio.

Il rischio è un’altra cosa necessaria, in tutti gli ambiti lavorativi, perché se non c’è azione, un pensiero non arriverà mai da nessuna parte. Da poco ho iniziato a imbastire il mio primo romanzo: amo scrivere. Mi aiuta ad approfondire molti aspetti della mia creatività. Amo le sfide e lasciare un’impronta di “carattere” anche per un piccolissimo ruolo.