Sumirago, morto in strada I familiari vogliono la verità

SUMIRAGO «Vogliamo che si faccia totale chiarezza su quello che è successo. Personalmente alla storia del malore non ho mai creduto, fin dal primo istante». A parlare è Umberto Delli Russi, il cognato di Massimiliano Scaltritti, l’uomo di 40 anni trovato morto in circostanze misteriose martedì sera in via Sandroni a Sumirago.

«Non credo al malore – insiste il parente di Massimiliano – ero presente quando sono intervenuti i soccorsi. C’era il cappellino da una parte, il led, che si portava sempre dietro per farsi vedere dalle macchine mentre camminava per strada, dall’altra, e il cellulare da un’altra parte ancora. L’ipotesi che facevano in un primo momento è che a causa di un malore barcollando avesse perso gli oggetti in diversi punti ma a me è sembrato subito strano. Quando andava in giro era sempre attrezzato, non era uno sprovveduto. Chi sta seguendo le indagini faccia piena luce su quello che è successo. Chiediamo che la verità emerga pienamente e senza dubbi».

Non c’è astio verso chi potrebbe aver provocato l’incidente: «Lo conosco da 40 anni – aggiunge il cognato – ed è davvero un’ottima persona. Stiamo parlando di una famiglia perbene che ha dato molto alla comunità. Persone religiose che hanno sempre fatto del bene per gli altri».

Quello che inizialmente era sembrato essere solo un malore potrebbe essere stato qualcosa di diverso dopo che un automobilista di 70 anni, divorato dal dubbio di essere coinvolto nella vicenda, si era presentato spontaneamente negli uffici di polizia locale a Sumirago confessando di aver notato un’ammaccatura sulla carrozzeria della propria auto. Agli investigatori aveva raccontato di non essersi accorto di nulla. Aveva però attraversato via Sandroni e lo aveva fatto proprio in coincidenza con il malore di Scaltritti. Coincidenze di luoghi e orari che lo avevano spinto a presentarsi davanti alla polizia locale.

Ieri intanto è stato effettuato l’esame autoptico: solo quando saranno resi noti i risultati si potrà definire con chiarezza la causa del decesso stabilendo se esiste compatibilità tra le ammaccature presenti sulla carrozzeria dell’anziano automobilista che si è autodenunciato ed eventuali lesioni che saranno rinvenute sul corpo di Scaltritti. «Spero che mio cognato – conclude Umberto – sia morto sul colpo: in questo momento c’è un grande strazio. Da bambino Massimiliano faceva il prestinaio, era ben voluto da tutti. Era l’amico di tutti. In passato aveva svolto dei lavoretti saltuari di edilizia»

b.melazzini

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