– «Onestamente pur sapendo che tra te e il don c’è solo una particolare amicizia è sembrato strano anche a me vedervi sul divano sdraiati insieme (ripeto pur sapendo che non c’era dietro nulla) però ho sempre pensato che fosse il Don che si lasciava un po’ troppo andare, spero tu non mi fraintenda».
E’ il testo di un messaggio inviato il 31 maggio del 2011 da una ragazza dell’oratorio sul cellulare di . Una ventina di giorni più tardi la ragazza si è tolta la vita: una tragedia enorme che ha portato all’arresto dell’ex suora di Sant’Edoardo, , chiamata a rispondere di violenza privata, abusi sessuali e stalking.
Nel giorno in cui a parlare in aula sono state le amiche del cuore di Eva, è stato letto dall’avvocato che difende la suora,, un messaggio che forse allarga e amplia il contesto. «È un messaggio – spiega l’avvocato Busignani – che la dice lunghissima ed è qui che secondo me deve essere ricercato il motivo che sta alla base del gesto estremo. Una verità completamente diversa rispetto a quella che finora ci aveva raccontato la Procura».
La tesi difensiva è ben precisa: «Ammesso che ci sia stato un rapporto tra Maria Angela Farè e Eva Sacconago – sottolinea il legale – parliamo di rapporti consenzienti, tra maggiorenni. E soprattutto non c’è nessuna condizione di inferiorità psichica della Sacconago rispetto a Maria Angela Farè. Il motivo che ha portato al suicidio va ricercato nel disagio provocato dalle voci sulla presunta relazione tra Eva Sacconago e don . Le dicerie e il fatto che le parrocchiane le abbiano voltato le spalle è
a nostro avviso alla base del gesto estremo. In aula – ribadisce l’avvocato – è emerso che non c’era alcuna condizione di inferiorità psichica, non c’era alcuna forma di sudditanza psicologica».
Secondo la difesa il mondo della parrocchia, il mondo di Eva Sacconago si era sbriciolato a colpi di dicerie, maldicenze e fango gettato . Nefandezze spedite addosso a una ragazza che potrebbe non aver più retto.
Il messaggio letto in aula è filo conduttore di un sentore comune che potrebbe aver fatto sentire la ragazza inadeguata al contesto nel quale aveva sempre vissuto.
Il processo è aggiornato al prossimo 14 maggio quando parleranno le vicine di casa. Il 4 marzo sarà, invece, il turno di don Alessandro Bonura. Una testimonianza chiave che potrebbe dire molto rispetto agli sviluppi del processo.