Suore ferite nell’incidente: il paese le aspetta

Una delle tre laiche consacrate torna a casa. Le altre due in ospedale. Don Giorgio: «Dopo la grande paura ora seguiamo il loro esempio»

– Dalla sera di martedì 2 novembre sono passate ormai due settimane ma l’apprensione e l’affetto per le tre “Laiche Consacrate” di Germignaga coinvolte in un incidente stradale a Castelletto Ticino sono sempre vivi in paese dove , e sono arrivate all’ inizio degli anni 70, iniziando a seminare e coltivare l’attenzione per gli altri.
Prima come infermiere ma ben presto vere e proprie figure di riferimento per chiunque, sempre e senza distinzioni, tanto che oggi, tra i più assidui nell’ informarsi sulle loro condizioni c’è , un giovane musulmano legato come tanti altri a ciò che le “Signo” (così vengono affettuosamente chiamate in paese) hanno donato a piene mani, molto spesso anche solo dedicando tempo all’ascolto.

Ciò che distingue le “Signo” dai tanti è il loro modo di essere. Un modo di essere capace di coniugare grande generosità con fermezza su valori e ideali, aperte e al tempo stesso rigide nel non dare a prescindere, tutelando i diritti ma difendendo sempre, senza riserve, i paletti del dovere. Nei ricordi di tanti germignaghesi ci sono le “Signo” che fanno le punture, visitano gli ammalati e gli anziani, lavano e vestono i defunti,

accolgono e prendono per mano gli extracomunitari, animano e sostengono l’oratorio, contagiano con energia ed entusiasmo tutte le attività sociali del paese (e non solo).
Per le “Signo” la sera del 4 novembre, al momento di preghiera celebrato dal Parroco, la chiesa era piena come non capita di vederla neppure la notte di Natale. Tutta la Comunità di Germignaga attende ora con ansia il ritorno delle “Signo” perchè il vuoto che tutti avvertono è enorme. Una di loro oggi sarà dimessa, pur con tutte le precauzioni e la logica convalescenza, per le altre, fortunatamente ormai fuori pericolo, la degenza in ospedale potrebbe essere un po’ più lunga.

«Dopo i primi momenti dominati dalla paura per le condizioni drammatiche delle nostre “Signo” – dice don – abbiamo voluto seguire il loro esempio basato sulla concretezza, organizzandoci al meglio per andare incontro alle necessità per le quali le “Signo” hanno sempre trovato la giusta e pronta risposta. E’ il minimo che dobbiamo loro, per quello che hanno fatto della loro vita e nella loro vita, ma soprattutto come l’hanno fatto. Non lo dico solo io che sono a Germignaga da quattro anni. Lo dicono intere generazioni che hanno avuto modo di ricevere o toccare con mano quanto hanno hanno dato Antonietta, Rossana e Rosanna». E nell’intera comunità di Germignaga la consapevolezza di quanto le “Signo” hanno dato si sente e si vede. Ora tocca a loro ricevere ed i volontari dell’Opera Parrocchiale Assistenza Attività Religiose (e non solo) sono pronti per andare al più presto a riprenderle per riportarle a casa, come si fa con una mamma o una sorella.