Spaccio nei boschi del Varesotto: vere e proprie centrali della vendita dello stupefacente nascoste tra il fitto degli alberi. Una lunga fascia che da Lonate Pozzolo arriva sino al Saronnese, attraversando buona parte della Valle Olona.
Il problema è noto da anni e sono state numerosissime le operazioni condotte dalle forze dell’ordine in grande assetto per cercare di smantellare il fenomeno. L’ultima portata a termine dai carabinieri nel Saronnese, ha portato all’arresto di 18 persone; in tutto gli indagati in quel frangente erano 54.
Operazioni su operazioni che nel corso degli anni hanno portato alla luce uno spaccato ai confini della realtà: nascosti nel fitto della boscaglia operano super market della droga “aperti” 24 ore su 24. A gestire il gran giro di spaccio sono in particolare gruppi di nordafricani, marocchini e tunisini in particolare, che operano con un’organizzazione piramidale. I boss al vertice dei gruppi di spaccio sono tutti stranieri.
Si vendono al dettaglio cocaina ma anche eroina, tornata prepotentemente sul mercato negli ultimi anni. Il o i pusher, i vertici del sistema, stanno nascosti nel fitto della boscaglia. Luoghi quasi impenetrabili, luoghi che le forze di polizia hanno difficoltà a raggiungere.
Il contesto garantisce un buon margine di fuga ai boss del sistema in caso di blitz. In alcuni casi sono stati trovati veri e propri “uffici” nel mezzo degli alberi. Con tanto di riparo in caso di maltempo e giacigli dove potersi riposare.
Intorno ai vertici del sistema di spaccio ruotano tutta una serie di figure; in questo caso molti sono italiani. Tossicodipendenti a libro paga dello spacciatore che li ricompensa con droga e contanti.
Queste figure svolgono diverse mansioni: ci sono le “vedette” che al limitare del bosco avvisano in caso di arrivo delle forze dell’ordine. Ci sono i cosiddetti cavallini, coloro che prendono l’ordinazione dal cliente (che in questo modo non entra nella boscaglia), vanno a recuperare la droga dal boss la portano al cliente e incassano i pagamenti. Ci sono gli “autisti” che accompagnano i pusher dal bosco a casa e viceversa e ci sono i body guard che proteggono gli spacciatori da altri spacciatori o possibili aggressioni.
La droga viene nascosta seppellendola nei boschi e con questa nella vegetazione vengono occultate anche diverse armi, pronte all’uso e per ogni evenienza. Quasi sempre si tratta di machete: celebre fu la cattura della “banda del machete” in zona Malpensa che aveva aggredito anche alcuni inviati di Striscia la notizia.
Un mercato fiorente che non conosce crisi e che parrebbe rigenerarsi dopo ogni blitz.