– Svaligia la casa della nonna mentre lei è in vacanza: quarantenne a processo con il complice. I vicini della vittima avevano notato la loro presenza nelle vicinanze dell’abitazione derubata proprio nel momento del furto. I due a processo per furto aggravato.
Ieri in aula interrogato dal pubblico ministero il maresciallo , comandante della stazione carabinieri di Porto Ceresio, dove il colpo è stato consumato, che attraverso una rapida quanto efficace indagine ha consegnato i due presunti responsabili alla giustizia.
I fatti risalgono al novembre 2015. La vittima si trovava in vacanza in Sicilia. La donna è pensionata e aveva deciso di trascorrere alcuni giorni lontana dal clima rigido dell’alto varesotto. Il nipote, disoccupato, con problemi di tossicodipendenza e che vive di espedienti, sapeva che la casa era completamente vuota in quel periodo.
E, con un complice, suo coetaneo e con le sue stesse “credenziali”, ha creduto di avere gioco facile nel mettere a segno il furto. Il quarantenne non ha avuto difficoltà ad introdursi nella casa per poi ripulirla dei gioielli, del contante e persino dei servizi di piatti e stoviglie, preziosi cimeli di famiglia.
Una volta preso tutto i due sono spariti. I vicini della vittima, però, avevano notato la presenza del quarantenne, insieme al complice, nelle vicinanze dell’abitazione ma il quarantenne, inspiegabilmente, il giorno successivo al furto ha raccontato che in casa vi fosse stato un furto. La conoscente ha consigliato al quarantenne di chiamare immediatamente i carabinieri. E l’uomo, mentendo, ha detto di aver già fatto denuncia.
La nonna tornata dalla vacanza, accompagnata dal figlio, ha chiamato i carabinieri. Messi insieme i tasselli, dalla presenza del nipote sino a quella strana chiamata alla conoscente, i militari hanno puntato dritto verso il quarantenne. Trovando parecchi riscontri all’ipotesi che il ladro fosse lui. Il quarantenne si ritrova adesso a processo insieme al complice per furto aggravato in concorso. Il processo è stato aggiornato al prossimo 6 aprile.
Per la vittima, e tutti i familiari in realtà, oltre alla rabbia suscitata dal furto c’è stata la delusione di scoprire che secondo gli inquirenti il colpo era stato messo a segno proprio dal sangue del loro sangue. Il quarantenne era afflitto da pesanti problemi economici: secondo l’accusa ha pensato di poterli risolvere così.