Svizzera, il mito del pieno «Meno qualità sul diesel»

Il carburante svizzero è meno caro. Ma non sempre è più buono. E a dirlo non sono i benzinai di confine del Varesotto, da anni alle prese con la fuga di clienti in direzioni delle stazioni di servizio a ridosso dei valichi. È il Touring club svizzero.

Nel mirino, in particolare, c’è il diesel erogato dalle pompe bianche elvetiche, ovvero quelle sprovviste del logo delle grandi compagnie. Il Touring club svizzero, infatti, ha controllato se il carburante erogato nei distributori indipendenti è della stessa qualità di quelli di marca. E sono stati esaminati campioni di benzina e di diesel prelevati in 30 distributori indipendenti.

Nella benzina non sono state rilevate mancanze, mentre in 6 distributori indipendenti il diesel, ovvero nella percentuale da record negativo del 20% dei casi, era di qualità insufficiente. Con gravi rischi.

«Un carburante scadente – avvertono dal Touring club elvetico – può provocare danni meccanici: perciò chiediamo l’osservanza rigorosa delle norme svizzere sui carburanti».

Nello scorso mese di maggio, il Touring club svizzero ha svolto per la terza volta un test indipendente sui carburanti. Nel 2010, erano già stati costatati importanti lacune nella qualità del diesel erogato da grandi marche. Nel test del 2011, invece, i risultati erano stati irreprensibili, rispettosi degli standard di qualità, dimostrando l’effetto positivo che queste indagini hanno alla fine per i consumatori.

Quest’anno sono stati presi in considerazione i distributori indipendenti di carburante, cioè quelli che non fanno parte della rete delle grandi marche e che lavorano in proprio. Con l’amara sorpresa.

In sei casi su trenta, infatti, il diesel era qualitativamente insufficiente. Contaminato da acqua e benzina. «Nel diesel, – fanno così sapere gli esperti del Tourng club svizzero – le impurità dovute all’acqua derivano dalla condensazione e dall’ermeticità del serbatoio, mentre quelle provocate dalla presenza di benzina, vanno ricercate nel trasporto, nel carico delle autobotti e nel riempimento delle cisterne. Un’insufficiente rimozione dei residui nel cambiamento tra benzina e diesel, lo “Switchloading”, può provocare queste impurità».

Con rischi notevoli per gli automezzi. Lo studio ha dimostrato inoltre che la qualità del carburante diesel è indipendente dal prezzo al distributore. Per garantire ai consumatori una qualità equivalente, il Tcs sostiene così «l’assoluto rispetto degli standard unitari sia per i distributori di carburante di marca, sia per quelli indipendenti». Per il consumatore è infatti impossibile verificare la qualità del carburante prima di acquistarlo. «Non mi voglio sbilanciare in commenti – ammette , presidente della Faib di Varese – quello che posso dire è che la qualità dei carburanti italiani è certificata. E quindi, specialmente in caso di stazioni di grandi compagnie, sicura e di qualità».

© riproduzione riservata