Svizzera; Omicidio banchiere Stern: 8,5 anni a Cecile Brossard


Ginevra, 18 giu. (Apcom)
– La francese Cecile Brossard è stata condannata dalla Corte d’assise di Ginevra a 8 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio dell’amante, il ricchissimo banchiere francese Edouard Stern, ucciso nel 2005 durante una lite nella sua abitazione. Riconosciuta ieri colpevole di omicidio, Brossard rischiava fino a 20 anni di reclusione.

La giuria ha sottolineato l’aspetto “particolarmente vigliacco” dell’omicidio, ma ha tenuto conto del “profondo rammarico” dell’imputata e della sua “infanzia difficile”. I giurati hanno attenuato la pena tenendo inoltre conto della “tumultuosa relazione” e del comportamento “umiliante, assillante e crudele a momenti” di Stern.

Il procuratore generale Daniel Zappelli aveva chiesto questa mattina solo 11 anni di prigione contro la francese. “E’ la pena che ritengo giusta. La pena va ridotta in funzione della limitata responsabilità e dello stato di profondo turbamento”
dell’imputata, aveva dichiarato Zappelli che pure aveva respinto l’attenuante del delitto passionale, richiesta dagli avvocati della donna, definendo Brossard “una donna velenosa e calcolatrice che ha ucciso per i soldi”.

Ieri i giurati della Corte ginevrina avevano riconosciuto la donna colpevole di omicidio, pur ammettendo che era in una condizione di “profondo smarrimento” quando assassinò l’amante con quattro colpi di pistola a bruciapelo.

Il 28 febbraio 2005, Brossard sparò quattro colpi d’arma da fuoco contro Stern, 50 anni, 38esimo posto nella lista degli uomini più ricchi di Francia. Il corpo dell’uomo venne ritrovato con indosso una tuta di lattice, indizio che i due amanti avevano avuto un incontro sado-maso. All’origine del gesto della donna, un litigio fra i due amanti su un dono in denaro, circa un milione di dollari, che Stern aveva promesso a Brossard e poi negato. Nel corso della lite il giorno del dramma, il banchiere,
secondo la versione della donna, le avrebbe detto: “Un milione di dollari! E’ troppo per una puttana”.

L’imputata, arrestata due settimane dopo il delitto, ha dapprima negato di essere implicata nell’omicidio, poi ha confessato, pur fornendo quattro versioni differenti dei fatti. In carcere dal 2005, ha tentato di suicidarsi tagliandosi le vene con una lama di rasoio. (con fonte Afp)

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