Svizzera, vince a sorpresa il “no” ai minareti


Ginevra, 30 nov. (Apcom)
– Si è conclusa con un grande sorpresa la giornata referendaria svizzera, che vedeva sottoporre ai cittadini della Confederazione tre quesiti tra i quali il principale era quello sul divieto della costruzione dei minareti; la partecipazione al voto, secondo i dati ufficiali, è stata circa del 55%.

Contro ogni aspettativa – e contro le indicazioni dei sondaggi della vigilia – gli elettori hanno approvato con oltre il 57% dei voti l’iniziativa che ne vieta la costruzione, avanzata dal partito della destra populista dell’Udc e della destra cristiana dell’Udf. Inoltre, la proposta ha ottenuto anche la maggioranza del voto dei cantoni (22 su 26) e comporterà quindi la modifica dell’articolo 72 della Costituzione, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose: il divieto della costruzione dei minareti vi verrà inserito come una misura “atta a mantenere la pace fra i membri delle diverse comunità religiose”.

Sia il governo che l’opposizione – come le principali comunità religiose – si erano espressi contro l’approvazione del referendum, considerato una limitazione della libertà religiosa garantita alla popolazione, sottolineando fra l’altro che i minareti sarebbero stati privi di muezzin e non vi sarebbe stata alcuna pubblica chiamata alla preghiera; la destra ha invece avuto successo – grazie anche ad una campagna pubblicitaria aggressiva, tanto da essere criticata perché “istigazione all’odio religioso” e proibita in numerosi comuni – nel dipingere i minareti come simboli non tanto religiosi ma “imperialisti”.

Da notare che la vittoria del “sì” non mette in discussione i quattro minareti già costruiti: inoltre, resta da verificare la legalità internazionale del provvedimento alla luce dell’intenzione – già manifestata dai Verdi – di voler ricorrere alla Corte Internazionale per i Diritti dell’Uomo.

Negli altri due quesiti invece non vi sono state sorprese: respinta con il 68% la proposta – anche questa di iniziativa popolare – di vietare le esportazioni belliche, mentre il decreto che stabilisce di destinare all’aviazione civile le riosorse ricavate dalle tasse sul traffico aereo è stata approvata dal 65% dei votanti.

Il referendum svizzero che boccia la costruzione di minareti è una “lezione di civiltà” e ora l’Italia deve inserire la croce nel tricolore. Lo chiede il leghista Roberto Castelli: “Ancora una volta dagli svizzeri ci viene una lezione di civilta. Il messaggio, che arriva soprattutto a noi che viviamo vicini a questa terra, e forte. Occorre un segnale forte per battere l’ideologia massonica e filoislamica che purtroppo attraversa anche le forze alleate della Lega”.

Credo – conclude – che la Lega Nord possa e debba nel prossimo disegno di legge di riforma costituzionale chiedere l’inserimento della croce nella bandiera italiana”.

Mgi

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