Omicidio di : la procura generale di Milano ha avocato il fascicolo. Le indagini tolte alla procura di Varese e assegnate al sostituto procuratore generale di Milano .
Proprio Manfredda aveva raccolto, al termine dell’udienza d’Appello che aveva visto la conferma dell’ergastolo a per l’omicidio di , le dichiarazioni delle due figlie del killer della mani mozzate. e avevano raccontato al magistrato di come il padre si fosse vantato di aver ucciso Lidia Macchi.
L’omicidio della scout gentile, che portò al ritrovamento del cadavere di Lidia, 20 anni, studentessa in legge alla Cattolica, attivista di Comunione e Liberazione, giovane luminosa e altruista, il 5 gennaio 1987 nel bosco del Sass Pinì è, a 26 anni di distanza, una ferita lacerata e molto esposta per tutta Varese.
La famiglia di Lidia, discreta ed elegante davanti a una sofferenza atroce, aveva scritto alla procura generale di Milano chiedendo di poter rivedere l’accaduto oggi utilizzando tutti i nuovi metodi di indagine disponibili. Milano si avvarrà di uno speciale pool della polizia scientifica di Roma per compiere i nuovi accertamenti.
E , il giovane fratello di Lidia, spiega: «La nostra è stata una richiesta semplice: dopo 26 anni durante i quali l’indagine è rimasta aperta vorremmo una conclusione. Ci sono nuovi elementi, ci sono nuovi metodi d’inchiesta. Tentiamo».
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