VARESE Il tramonto dei manifesti elettorali, snobbati persino l’ultima notte di campagna. Da campo di battaglia tra squadre rivali di attacchini a oggetto di vandalismo, l’era della politica «social» segna la parabola discendente dei vecchi manifesti elettorali.
Girando per il sud della provincia il sabato precedente il voto, lo scenario è insolito: i tabelloni elettorali predisposti dai Comuni, molti dei quali installati nuovi di zecca in ossequio al boom di liste elettorali registrato in questa tornata doppia,
sono in molti casi semivuoti, con diversi spazi lasciati liberi.
Fatta eccezione per i partiti principali, che sono organizzati, le liste minori snobbano in gran parte l’occasione di far vedere il simbolo o il faccione dei candidati in giro per le strade. E poi non si vedono nemmeno le solite «tabellonate» dell’ultima notte di campagna elettorale, segno che ormai il tramonto di questo mezzo di propaganda elettorale sembra inarrestabile.
Limitati gli «sconfinamenti» sugli spazi assegnati alle altre liste: a Gallarate, dove il monitoraggio della polizia locale è stato molto attento fin dall’inizio della campagna, i manifesti messi nel posto sbagliato sono stati in diversi casi coperti dagli addetti del Comune, mentre a Busto Arsizio sono stati segnalati con il cartello «affissione abusiva». Anche i casi di copertura dei manifesti altrui si contano sulle dita delle mani, rispetto alle guerre notturne del passato.
Più frequenti i vandalismi: molti i cartelloni strappati nelle varie città, inoltre a Busto Arsizio, di fronte al centro sociale di via Stoppani, un buontempone ha aggiunto un chiaro insulto sotto del premier, mentre a Cardano al Campo i soliti ignoti si sono divertiti a oscurare gli occhi di alcuni candidati del territorio. Andrea Aliverti
s.bartolini
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