TAINO Chi lavora fa rumore, e chi vuole dormire non ha pace. Così l’amministrazione comunale di Taino con un’ordinanza ha imposto alla direzione della ditta Rialti la chiusura dello stabilimento nelle ore notturne. La Rialti srl si trova nell’area industriale di via Varese ed è attiva da un anno nella rigenerazione della plastica a ciclo continuo. La fabbrica conta18 dipendenti che, per questioni di costi e d’organizzazione interna, lavorano soprattutto la notte. Ma la produzione è
rumorosa e crea disagio ai residenti della frazione di Cheglio. Questi, costituito un comitato, hanno presentato una petizione al Comune, chiedendogli d’intervenire per riportare la quiete.
Della questione si era occupato l’ex vicesindaco Carlo Castiglioni, che spiega: «La Rialti opera a Taino in forza di una convenzione voluta dal Comune per garantire il rispetto ambientale. All’atto del suo insediamento la scarsa incidenza ambientale documentata c’indusse a rilasciare l’autorizzazione. Un apporto di posti di lavoro ci parve positivo. Da agosto 2008 però una quarantina di tainesi lamenta emissioni acustiche elevate, e come amministrazione siamo dovuti intervenire, chiedendo all’Arpa d’effettuare dei sopralluoghi». Il primo non ha rilevato nulla, quello effettuato ad ottobre di notte ha registrato il superamento dei limiti consentiti di 10,8 decibel. Da allora il Comune ha invitato l’azienda a mitigare l’acustica: Rialti ha sostituito un impianto rumoroso, ma ancora non ha installato le barriere fonoassorbenti richieste. «Di fronte al persistere del problema – dice Castiglioni – il Comune il 1° aprile ha emesso un’ordinanza: entro 60 giorni la ditta avrebbe dovuto fare le opere. Ma il termine è scaduto, e stante le risposte evasive dell’azienda, siamo stati costretti a imporre la chiusura dalle 22 alle 7». Di qui la protesta dei lavoratori, conclusasi nei giorni scorsi con un incontro fra amministratori, direzione e rappresentanti sindacali. In quella seduta la Direzione ha chiesto una deroga di 30 giorni e il Comune ha richiesto un’autocertificazione attestante le azioni aziendali in corso per mettersi in regola. Al ricevimento del documento il Comune revocherà l’ordinanza. Intanto il lavoro notturno è vietato. «Dobbiamo conciliare le posizioni dei cittadini e dei lavoratori» dice il neosindaco Pier Carlo Moscatelli. «Non vogliamo far chiudere la fabbrica, solo imporre il rispetto delle regole». Dal titolare Massimo Dal Toso nessun commento. Dalle lettere inviate in Comune risulta che l’azienda stia provvedendo alle azioni necessarie. Le vittime del rumore intanto protestano, lamentando rumore, cattivi odori e polveri sulle auto. «Ho comprato un condizionatore e messo vetri stratificati – dice un portavoce – ma continuo a non dormire la notte. La tranquillità è un diritto sacrosanto».
b.melazzini
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