Taipei, 30 giu. (Ap)- Taiwan apre agli investimenti dell’ex nemico cinese settori chiave dell’industria manifatturiera e dei servizi. Le nuove norme fanno parte dell’ambizioso piano del presidente Ma Ying-jeou per riavvicinare l’economia dell’isola a quella della Cina e per riprendere il dialogo dopo sessant’anni di serrate ostilità. In base alle nuove norme annunciate oggi le società della Cina popolare potranno investire in 100 categorie economiche taiwanesi, tra cui la componentistica per computer, i cellulari, la produzione di auto, la costruzione di alberghi e porti commerciali. Negato a Pechino invece l’accesso alle tecnologie dei semiconduttori, dei display, dei pannelli solari e delle comunicazioni: Taipei vuole così mantenere il vantaggio
tecnologico nei confronti del potente vicino di terraferma.
Precluso alle società cinesi l’immobiliare, ma i loro dipendenti cinesi potranno comprare immobili ad uso residenziale. Banditi gli investimenti cinesi “con scopi militari”, oltre a quelli che potrebbero danneggiare lo sviluppo economico e finanziario di Taiwan, si legge in una nota del governo. Non sono stati fissati tetti specifici agli investimenti cinesi, ma i rappresentanti del governo hanno spiegato che la percentuale di partecipazione delle imprese di Pechino verrà decisa caso per caso.
Le due repubbliche si sono divise nel 1949 nel corso della guerra civile e Pechino continua a rivendicare la propria sovranità sul territorio di Taiwan. La repubblica popolare ha minacciato guerra se Taiwan renderà la sua indipendenza di fatto permanente: il presidente Ma però ha già annunciato che non intende farlo.
Le nuove linee guida, che entrano immediatamente in vigore, si applicano alle società cinesi e a quelle estere in cui almeno il 30% del capitale è in mani cinesi. Gli investitori istituzionali della terraferma potranno anche acquistare azioni taiwanesi entro il limite del 10% del capitale di una singola società.
“Cominceremo su piccola scala e amplieremo quando vedremo i risultati degli investimenti iniziali” ha spiegato il viceministro del’Economia Deng Cheng-chung.
Finora i flussi commerciali e d’investimento sono stati a senso
unico, dall’isola alla terraferma: gli investimenti cumulati di
Taiwan nella Repubblica popolare dalla fine degli anni ’80
superano i 100 miliardi di dollari e l’export taiwanese verso la
terraferma supera i 110 miliardi di dollari.
Bea
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