Quattordici persone arrestate, tra cui il figlio dell’ex dg delle Ferrovie Nord Milano e ora manager in una società del Gruppo, per un presunto giro di tangenti nell’acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia, tra cui quelli relativi alla linea ferroviaria che dovrà collegare il terminal 1 al terminal 2 di Malpensa.
Un’opera attesa per l’estate ma che ancora non è stata completata. Numerose le perquisizioni. In manette è finitoi, di Nord Ing, controllata di Ferrovie Nord.
È il figlio dell’ex direttore generale di Ferrovie Nord, Dario Lonardoni. Da quanto si è appreso Davide Lonardoni, originario di Saronno (Varese) e residente a Milano, si occupava principalmente di sicurezza nei cantieri gestiti dalla società specializzata negli interventi di potenziamento e ammodernamento della rete ferroviaria. Il padre, dg di Ferrovienord fino al 2012 e attualmente in pensione, è assessore ai Lavori pubblici nel Comune di Saronno, guidato da un’amministrazione di centrodestra.
È proprio Dario Lonardoni, padre dell’arrestato a spiegare: «Non so cosa sia accaduto. Ho appreso dell’arresto di mio figlio dai telegiornali. Sto andando a Milano per capire, non so nemmeno chi sia il legale di mio figlio». Lonardoni ha aggiunto: «Davide non si è mai occupato di appalti. Trovo incredibile possa essere coinvolto in fatti simili. Io mi auguro di conoscere mio figlio a fondo. Il Davide che ho cresciuto e conosco saprà spiegare la sua posizione e dimostrare la propria estraneità ai fatti».
Complessivamente sarebbero state accertate violazioni per 20 milioni di euro. I finanzieri del comando provinciale di Milano hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Milano, Alessandra Simion, nell’ambito in una inchiesta della Dda coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini (foto sopra) e dal pm Bruna Albertini, e affidata al nucleo di polizia tributaria. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione diretta all’acquisizione dei lavori.
Contestati anche reati di natura fiscale, per presunta utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni, e poi ancora la truffa ai danni dello Stato, la bancarotta fraudolenta, l’intestazione fittizia di beni e complessi societari e la «illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza».
Le indagini hanno consentito di ricostruire le condotte della presunta associazione a delinquere, formata da vari imprenditori, anche avvalendosi di diverse società del settore dell’edilizia che, formalmente intestate a soggetti “prestanome” e apparentemente prive di legami tra loro, sarebbero risultate riconducibili al sodalizio.
In una nota, il presidente di Ferrovie Nord Milano spa Andrea Gibelli, sottolinea che «nessuna società del Gruppo Fnm è coinvolta nell’indagine della procura. Un dipendente di una delle società del Gruppo è interessato dall’indagine a titolo personale. Non si tratta di un dirigente».