Oggi, 117 anni fa, nasceva la Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili di Torino, che successivamente assunse il nome benaugurante di Fiat, che in latino significa «che sia». Risale infatti all’11 luglio del 1899 la sigla dell’atto costitutivo della fabbrica di automobili.
I capannoni aprirono l’anno successivo in corso Dante dando lavoro a 150 persone tra operai e impiegati. Siamo nei primi anni del ‘900 e il mercato automobilistico non era certo “di massa”.
I nuovi modelli di auto, per farsi conoscere, dovevano primeggiare nelle corse automobilistiche. Lo stesso Giovanni Agnelli, prima di diventare direttore generale nel 1902, partecipò a diversi Tour d’Italia, nei quali riuscì a ottenere buoni piazzamenti.
La rapida espansione del mercato automobilistico consentì alla Fiat di crescere, facendo diventare il marchio Fiat parte della storia di tutti. Le foto che ci hanno spedito tanti varesini lo dimostrano.
«Il marchio Fiat è la vita, in questi trent’anni ci ha permesso di crescere e di essere dove siamo oggi» dice Massimo Pozzi che, con le famiglie Pozzi, Marelli e Realini, rappresenta Marelli&Pozzi, l’unica concessionaria ufficiale della provincia per i marchi Fiat, Alfa Romeo, Abarth e Lancia.
Quello che accomuna la storia della Fiat a quella della concessionaria varesina è la continua capacità di rinnovarsi, accettando sempre nuove sfide.
«Siamo nati nel 1986 quando in provincia c’erano circa 14 concessionarie Fiat – spiega Pozzi – Poi siamo andati avanti. Nel 2001 abbiamo aperto la seconda sede a Varese in viale Borri 132, nel 2006 abbiamo acquisito il marchio Lancia. Nel 2009 abbiamo realizzato una nuova e moderna sede, sempre in viale Borri 211, per rispecchiare la nuova “Identity” richiesta da Fiat. Nel 2013 abbiamo fatto il grande salto con l’acquisizione del mandato after sales Jeep e alla fine dello stesso anno, con i nuovi mandati Alfa Romeo e Abarth, abbiamo adeguato la sede di Varese con l’identità multibrand voluta da Fiat, introducendo anche l’attività di rivenditore per le auto americane Dodge e Chrysler».
I numeri sono incoraggianti. «Quest’anno abbiamo segnato una crescita del 15 per cento rispetto i primi sei mesi del 2015. Sicuramente siamo contenti, in particolare per la rinascita del marchio Alfa con la nuova Giulia e per tutti i modelli Fiat, come la Fiat 124 Spider e la Fiat Tipo Station Wagon che sarà visibile da noi in anteprima tra pochi giorni e sarà commercializzata a settembre».
Il concessionario Marelli&Pozzi è arrivato a Varese esattamente 30 anni fa, quando la vecchia 500 era già fuori produzione. Parliamo quindi di un concessionario moderno. «In questi anni abbiamo visto che il cliente è legato al prodotto. Non c’è un cliente tipo per la Fiat. Specialmente in questo momento storico le persone sono attente al prodotto e al rapporto qualità-prezzo e il marchio Fiat riesce a soddisfare queste richieste. Per le Alfa ci sono dinamiche diverse, che hanno a che fare con l’affezione al marchio: per la nuova Giulia, per esempio, sono venute migliaia di persone nostalgiche, che volevano rievocare il passato».
La Fiat 500 è un brand nel brand. «In quel caso stiamo parlando di una icona di stile che si distingue dalle altre Fiat. La 500 Riva, il cosiddetto “yatch a quattro ruote”, poi, è splendida: ha gli interni bianchi come il motoscafo e il cruscotto in radica».
«Quello che è cambiato moltissimo in questi anni è l’acquirente digital – continua Pozzi – Il cliente, anche quello che abita a 500 metri da noi, prima di venire nella concessionaria controlla le offerte sul web. Abbiamo da poco allestito un ufficio marketing il quale deve rispondere entro un’ora alle richieste inoltrate tramite web. Il cliente, sempre attraverso il web, può decidere di fissare un appuntamento oppure chiedere un preventivo».
«L’importanza non è continuare a fare le stesse cose per anni e anni, ma porre attenzione al cambiamento. Oggi il 60 per cento delle richieste arriva tramite smartphone, tanto che anche il pc appare un po’ superato. Attenzione, poi, alle dinamiche di acquisto. Oggi, infatti, sempre più spesso è il figlio che influenza il papà. Una volta, invece, tale influenza proveniva solo dalla moglie».