Ci sono 5 milioni di brutte notizie per i contribuenti gallaratesi: il Comune ne ha bisogno per far quadrare i conti dopo i tagli del governo. E dovrà recuperarli con la Tasi e con l’Imu.
Quale sarà l’impatto sulle tasche dei singoli contribuenti è ancora molto presto per dirlo. Lunedì sera c’è stata la prima riunione di maggioranza dedicata al tema, con l’assessore al Bilancio in cattedra per illustrare i diversi possibili scenari.
«Ho fornito ai partiti i dati tecnici sui quali lavorare – spiega l’esponente dell’esecutivo di centrosinistra – ovvero le proiezioni dell’applicazione delle diverse aliquote e quello che comportano in termini di entrate». Sulla base di questi numeri, alla maggioranza toccherà operare le scelte politiche.
Ovvero decidere «se applicare per tutti un’aliquota relativamente bassa, senza aggiungere alcuna agevolazione, oppure se introdurne una più alta dando però la possibilità di ottenere delle riduzioni», riassume Lovazzano. Lo «snodo», come lo chiama l’assessore, è tutto qui.
Stando alla legge, l’aliquota della tassa sui servizi indivisibili può arrivare al massimo al 2,5 per mille. Rispetto alle agevolazioni, gli enti locali hanno invece mani libere. E possono legarle al reddito familiare attraverso l’Isee, al fatto che in un’abitazione viva un’unica persona, che alcuni locali abbiano un uso stagionale, che l’inquilino risieda per almeno sei mesi l’anno all’estero. Tutti elementi che il centrosinistra gallaratese definirà in queste settimane.
Fin qui la Tasi, tassa dovuta sia dai proprietari di casa che dai semplici inquilini. Ma l’Imu? «Stiamo lavorando su entrambe le imposte, cerchiamo di mettere insieme un provvedimento che sia il più equo possibile».
Quindi è possibile che cresca l’imposta su seconde case e edifici non residenziali? «Possiamo aumentarla, al massimo dello 0,10%, ma possiamo anche lasciarla uguale (allo 0,96%, ndr). O ridurla», afferma l’assessore.
A testimonianza del fatto che ancora in maggioranza non c’è nulla di deciso. In un mare di dubbi, dunque, le certezze sono soltanto due. La prima è che la Tasi si pagherà anche a Gallarate. Il 16 giugno, infatti, i contribuenti dei Due Galli non avevano dovuto versare la prima rata, perché il Comune aveva fissato un’aliquota pari a zero. Circostanza che però è destinata a cambiare prima dell’autunno, quando anche in città bisognerà far fronte a questo tributo.
L’altro elemento scolpito nella roccia è che, tra la Tasi e l’Imu, il Comune dovrà aumentare la pressione fiscale di 5 milioni di euro per far quadrare il bilancio approvato a febbraio, prima che il governo definisse i tagli ai trasferimenti agli enti locali. Meno soldi in arrivo da Roma, insomma, significano più soldi prelevati dai contribuenti gallaratesi.
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