Tassa sui telefoni celulari Giudice «rimborsa» varesino

VARESE Parlare al cellulare costa ancora più caro quando all’abbonamento viene applicata una tassa.
Il Codacons sta portando avanti un’azione a favore di tutti coloro che – ingiustamente, secondo quanto sostiene l’associazione – negli ultimi tre anni hanno pagato la tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari. «Una tassa illegittima perché non più prevista dal Codice delle comunicazioni elettroniche», dicono. Tanto che la Commissione tributaria provinciale di Varese ha accolto i ricorsi presentati dal Codacons per conto di Giacomo Loschi,

pensionato di Uboldo, stabilendo due rimborsi pari a 361,48 euro e 593,86 euro a titolo di tassa di concessione governativa indebitamente versata tra il 2008 e il 2010.
«Ho vinto in primo grado, poi l’Agenzia delle Entrate (che non ha risposto quando è stata interpellata) ha impugnato l’appello, ma io di certo non mollo, perché è una questione di principio» afferma Loschi, intenzionato a far valere i propri diritti di consumatore.
«La privatizzazione del servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione ha segnato il passaggio dalla concessione della licenza, da parte della pubblica amministrazione, al contratto, che presuppone una posizione di parità fra i contraenti – scrive il giudice Paolo Zambelli nella sentenza – Data tale nuova circostanza, come altresì confermata dalla Commissione tributaria del Veneto, con la sentenza numero 4/16/2011, viene eliminato il presupposto del tributo, che poggiava su un rapporto concessionario di tipo pubblicistico. La Commissione accoglie i ricorsi e dichiara l’illegittimità dei silenzi rifiuti impugnati».
«Si tratta di una bella vittoria per i consumatori – commenta Mauro Antonelli del Codacons – Purtroppo in Italia per far valere i propri diritti bisogna procedere con azioni legali. Calpestati, spesso ai consumatori non resta altra possibilità che fare ricorso in sede giudiziaria. Ciò avviene nella telefonia che spesso fa ricadere sul consumatore spese non dovute, per esempio per cambiare compagnia telefonica. Ma anche nei benzinai che non espongono i prezzi. O sui prodotti alimentari, la cui data di scadenza è messa in posizione non visibile. Tante disposizioni obbligatorie non vengono applicate e bisogna lottare, e fare quindi ricorso, per ottenerle. In questo caso, grazie al nostro intervento, è stato possibile far rispettare il nuovo Codice delle telecomunicazioni che ha eliminato il presupposto del tributo, riuscendo così a tutelare i consumatori».
Il Codacons ricorda che, chi è titolare di un abbonamento per la telefonia mobile , uò ancora aderire all’iniziativa e fare causa per riavere indietro i soldi versati. La procedura è riportata sul sito www.codacons.it.

s.bartolini

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