Si può chiamare tecnologia, innovazione, rivoluzione digitale. La realtà è quella di un mondo nuovo che si presenta in maniera sempre più dirompente nel sistema della produzione, dei consumi, degli stili di vita. I primi telefonini avevano già cambiato il nostro modo di comunicare, ma poi sono arrivati gli smartphone con il collegamento continuo con Internet, i messaggi, le applicazioni. In pochi grammi sono ormai racchiuse una potenza di calcolo, una ampiezza di connessione, una capacità
di memoria inimmaginabili solo pochi anni fa.
Di fronte a questa realtà il nostro sistema industriale non è per nulla fuori gioco. E’ vero che le innovazioni di base sono ormai sviluppate Oltre Atlantico, in aree come quelle della Silicon Valley, ma è altrettanto vero che l’Italia ha posizioni di eccellenza in molti settori tradizionali che sono stati capaci di fare un vero e proprio salto di qualità grazie alle tecnologie applicate.
Nelle macchine utensili come nel tessile, nella strumentazione industriale come nella chimica l’innovazione non è diventata solo lo strumento per modificare i processi produttivi acquisendo competitività e affidabilità, ma è diventata anche il modo con cui avvicinare sempre di più i prodotti finali alle esigenze di un mercato che chiede insieme personalizzazione, possibilità di adattamento e assistenza continua.
I punti forti diventano quindi quelli della flessibilità produttiva unita alla capacità di affinare i prodotti con le logiche del bello e ben fatto. Le piccole e medie imprese in questa prospettiva possono sfruttare molte opportunità in un mercato che paradossalmente è sempre più globale, ma nello stesso richiede una vicinanza operativa sempre più stretta tra produttori e consumatori. E peraltro proprio le piccole e medie imprese possono rispondere meglio a quell’esigenza di utilizzare strategie che permettano di utilizzare al massimo le potenzialità di settori diversi. Perché il matrimonio tra informatica e telecomunicazioni entra ormai in ogni dimensione: non per nulla si parla di “internet delle cose” come della nuova frontiera della produzione e dei consumi.